NON SI FANNO PRIGIONIERI

NON SI FANNO PRIGIONIERI

di 29 Gennaio 2024

Una Super League da leccarsi… i baffi

Non ci sono pareggi in questa prima, già folle (“follissima”), giornata di Super League, così come non ce ne sono stati in Serie A. Basterebbe questo per rendere l’idea di come siano stati rispettati quasi tutti i pronostici di un calendario che, se si esclude il solo vero big match di giornata tra Nacho e Tartaruga, è stato certamente clemente in quanto abbinamenti, almeno dal punto di vista delle big. Certo, giocare contro squadre di livello “inferiore” non è sempre garanzia di successo, come dimostra un Kebab segnato da una profonda sfortuna…

-TASSO CONTRO TASSO

Poteva andare meglio il grande ritorno in Super League del Venezia 2.0, ma non poteva andare meglio l’esordio in campionato di un Arquebuse che, grazie anche agli innesti insperati di Dybala & Co, potrà sicuramente dire la sua in questo campionato. Con tutte le stelle del club fa un po’ sorridere che il primo goal di stagione porti la firma di Cristante, ma Tasso non è uno da guardare a questi dettagli e si tiene stretti questi tre punti che, specialmente osservando com’è andata a finire lo scorso anno, potrebbero valere oro nel finale di stagione.

-UN SASSUOLO DIVINO: IL MIRACOLO DI MARIA

Fra le big che non steccano la prima c’è anche il Sassuolo di Tappo, detentore del trofeo internazionale più prestigioso, ma ancora segnato da una sconfitta in campionato che ha davvero del clamoroso (come direbbe il nostro Abu, presto nelle prossime righe), arrivata per appena una lunghezza sui rivali dei Sex. Contro il Nonna AFC, alla sua prima apparizione in Super League, segnano la star ex-Nacho (e Ismam, sempre lui) Osimhen e il fuoriclasse argentino Di Maria. Proprio quest’ultimo nome dev’essere preso come emblema, come segno del destino che chiama i nero-verdi ad imprese ancor più clamorose di quelle compiute in passato. La squadra, soprattutto in difesa, non è delle migliori, ma questo non ha mai impedito a Tappo di perfezionarsi a stagione in corso (si ricordi la sua mai banale abitudine a compiere partenze “falsissime”, eccetto lo scorso, clamoroso, anno). Per la Nonna, invece, ancora molto su cui lavorare.

-MAMBO FIORENTINO

Non nominategli Renzi (se potete, tenetelo lontano pure da noi e dal panorama politico italiano, già condannato a sorbirsi una “Destra” indegna ed un Calenda da “terzo polo” credibile quanto un congiuntivo di Giggino Di Maio), non paragonate la sua squadra ad un’avventura di provincia: quello di Christian è un team toscano (vedasi anche l’empolese Bajrami) che vuole ambire a grandi traguardi nel segno di Italiano e dell’italiano Christian. Gli Eagles “viola” prendono la Fiorentina come stampino ed interpretano le regole del “3/4 giocatori della stessa squadra di A” come un “bella zio, mi faccio la Viola”, appunto. Parlare di rosa e di viola, quindi, non sembra nemmeno così sbagliato, così come è giusta anche la prima uscita stagionale del club, che stende l’Udinese grazie a Kouame, Mandragora, Jovic e Bonaventura, grande pupillo dello stesso Christian. Proprio la loro “eccessiva somiglianza” ad una squadra ancora impegnata coi preliminari di Conference League e, presumibilmente, focalizzata ad arrivare in fondo all’omonima competizione europea, potrebbe rappresentare un limite serio. Le uniche alternative al “bonus facile”, infatti, sono rappresentate da Quagliarella e Caputo, che non giocano però in club di primissima punta. Trascorsi i giorni dei bomber alla Toni, per strapparsi una posizione di rilievo in Super League sarà necessario indovinare il “bomber di provincia” di turno, in stile Marco-Caprari. Christian riuscirà a vincere la sua scommessa col destino?

-AD ISMAM PIACE LUNGO… L’ELENCO DEI GIOCATORI

Spesso a pensar male si sbaglia e se avete letto della malizia da “doppiosenso” nel titolo dedicato al nostro bengalese preferito potreste essere caduti in un incredibile errore. Come detto, a pensar male si sbaglia, ma a volte ci si prende. In effetti, negare che al nostro Ismam piacciano rose belle abbondanti, taglie forti per puntare a qualche Coppa, sarebbe errore grave e imperdonabile. I numeri esatti sono segretati da atto giuridico voluto dal mai plausibile presidente Trump, così il DTP nasconde le sue reali potenzialità schierando un centrocampo “da B” (nel senso che ogni giocatore titolare alla prima giornata, Barella-Bennacer-Barak-Brozovic, aveva il cognome con questa stessa consonante come iniziale) che, un tempo, sarebbe stata prerogativa del nostro Christian, ora passato a scelte tattiche “da serie B”, più che “da B”. Nonostante Bennacer (si scherza, il suo onestissimo 7 non glielo toglie nessuno), Abu vince la sua prima, difficilissima, partita stagionale (contro una di quelle squadre che lui chiama “scartini” e che, probabilmente per questo, sembrano accanirsi spesso contro di lui) contro lo Sporting Lisbona (da applausi la scorsa stagione) e lo deve tutto al magico tridente composto da Lukaku, Lozano e Arnautovic. Al nostro Ismam, si vede, piace re-inventare il tridente ogni anno (o il destino all’asta glielo impone), ma ora la domanda sorge spontanea: a questo cambiamento di rosa corrisponderà un relativo cambiamento di trofei vinti o Abu continuerà a conquistare “soltanto” quella Coppa Italia a cui sembra, ormai, essersi (clamorosamente) abbonato?

-LA SOLITA STORIA

Quando da bambino strappava (si spera non lo facesse davvero, povera creatura) i petali alle margherite, a Marco uscivano sempre i “m’ama” (per lui il gioco cambiava per diventare soltanto “m’ama o m’ama?”. Infatti, è un Marco alla Ibrahimovic il nostro e su di lui si potrebbero fare mille meme simile a quelli già esistenti in tema Zlatan (del tipo “è il buio ad aver paura di Zlatan” e simili). Parliamoci chiaro: Marco schiera titolari ben tre insufficienze (con un 4 di Maignan, con due goal subiti) e lascia in panchina l’impronosticabile (o “imPORNOsticabile”, visto il soggetto) goal di Toloi e la rete dell’impronunciabile (o “imPORNunciabile”, soltanto per interrompervi il fluire della lettura) Kvaratskhelia, ma cosa ottiene? Ben tre fanta-goal, senza considerare nemmeno un bonus in casa che avrebbe comunque avuto. Ciò avviene grazie alle reti di Dumfries e Zielinski, che con Anguissa e compagni (fra tutti il grande ritorno dello “Zapatone”) vanno ad alzare paurosamente il livello medio della rosa. Che dire? Se con una squadra mediocre Marco ha meritatamente vinto il campionato, non ci rimane che da scoprire cosa sarà in grado di fare con una squadra, finalmente, di livello…

-DINDA SOVRANO

Luc è uno di quelli che se gli dai un Radonjic ci vede un possibile fenomeno, se gli porti un Pogba infortunato ci vede un futuro “crack” in senso buono, non il rumore di un osso rotto. Con questo spirito Mario affronta la prima giornata dopo aver interamente delegato la sua squadra al mai banale Tappo, che riesce a piazzarli comunque colpi di spessore internazionale come lo stesso Pogba, De Roon, Bonucci (un po’ tutta la retroguardia bianconera) e un De Sciglio fresco di semifinale di Champions con La Tartaruga. Contro i Biblios è meno facile del previsto, ma Okereke (tornato definitivamente al Dinda Team dopo la parentesi dello scorso anno con gli Assassini) conferma il favore del pronostico e demolisce una squadra arrivata ben più avanti in classifica appena pochi mesi fa. Mario sfiora persino i tre goal (76 su 78). Pare proprio il caso di dirlo: “date una squadra a questo ragazzo” (semicit.).

-MAI BANALE MAI

Pensava che aggiudicandosi (quasi) l’intera rosa della Lazio non avrebbe avuto problemi ad avere sempre undici titolari, invece… Quella che doveva essere una vittoria facile si trasforma in un vero e proprio incubo per il nostro Foro. Maximiano viene espulso dopo pochi minuti, ma “la tragedia nella tragedia” sta nel fatto che, per avere un estremo difensore, Sarri è costretto a togliere Basic per far spazio al portiere di riserva. Il problema è che, così, Basic non prenderà voto e Foro deve coprire anche lo spazio a centrocampo lasciato vuoto da un Felipe Anderson non aggiudicato all’asta soltanto per tenere viva la fiamma del (poi concretizzatosi) sogno Immobile (un sogno da 700 milioni). Hongla (uno dei due veronesi in forza al Rubin Kebab per queste evenienze), l’ex di turno, eviterà di lasciare i suoi con l’uomo in meno, ma ciò non fermerà comunque una Chiara scatenata e già proiettata alla Supercoppa Europea del prossimo turno. Dire che Lobotka, Politano e Nzola rendono la rete di Immobile poco più di un ridicolo souvenir sarebbe ingiusto nei confronti di Gunter, Faraoni e Deulofeu, autori di un assist ciascuno e fondamentali per raggiungere un 78 pulitissimo. Se è vero che gli OST, è anche vero che una “mina vagante” di simile portata rischia davvero di compromettere le ambizioni di classifica degli sfortunati avversari e chissà che non abbiano anche qualcosa da ridire per conto proprio…

-FABIO FALSA PARTENZA, MA CHE NACHO!

Da primo ad ultimo; per una volta (complice il sorteggio di un calendario molto diverso rispetto a quello dello scorso anno), Fabio non si trova in apertura di fanta-giornale e questo sarebbe clamoroso già così. Non basta; infatti, l’unico big match annunciato di giornata non delude assolutamente le attese. Enry si presenta con un Nacho in edizione scudetto e prepara un Brahim Diaz tirato a lucido, tanto da segnare un goal (vittoria) e trovare la via dell’assist. Passaggi vincenti li trovano anche Di Lorenzo e Sanabria, che aggiunge anche una rete degna di nota al suo fanta-score personale, mentre Rebic chiude definitivamente i conti con una “fastidiosa” doppietta. Il bonus in casa sancisce la disfatta di una Tartaruga comunque splendidamente attrezzata e inserita nel club “dei favoriti” da diversi fanta-allenatori. Per vincere (o provarci) sarà, tuttavia, necessario riconfermare le ottime prestazioni europee della passata stagione, cosa riuscita soltanto a metà in questa (sfortunata) giornata. Miranchuk e il colpo a sorpresa Vlahovic vanno a segno una volta ciascuno (così come un Lookman rimasto a scaldare la panchina), mentre Lautaro si fa valere con un buon assist. Aspettando il miglior Beto, però, a vanificare il tutto ci pensano i due goal subiti da Meret e, soprattutto, l’autogoal di De Silvestri (in un match che il Bologna sembrava avere clamorosamente in pugno). Poco male per Fabio, che perde all’esordio ma, come riferito da lui stesso, non si farà certamente spaventare da un risultato negativo!

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

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