“Questo non è umano”
“Questo non è umano”
Da conversazioni con amici possono nascere interessanti riflessioni (di gioventù):
A: D’assenza del tutto si tinge il mio umore, cupo, labile dinanzi a quella inumana crudeltà così orribilmente espressasi. Assistere a tali avvenimenti udendo dei sopravvissuti macabre testimonianze, mi corrode l’anima facendo sì che più non regga il mio cuore a tale inferno, se questo massacro davvero ne meritasse il nome. Com’è possibile che ancora quell’innocente sangue d’una nazione continui a pagare per colpe che non ha?
M: Proprio su questo si basano le più recenti discussioni familiari tenutesi a casa mia, sulla scia di chi per noi ha dato la vita, intendo arruolarmi, giustizia sarà offerta ai meritevoli.
A: Giustizia? Come possiamo credere noi umani di poter coscienziosamente comprendere quanto labile sia il pragmatico confine tra bene e male? Conservo in me il ricordo di circostanze opposte a quelle attuali, in cui tu mi rivelasti la tua voglia di unirti all’esercito, ma spero che questa scelta non sia accelerata dagli eventi di ieri. Fidati di un tuo amico, ascolta le mie parole, accoglile come fossi stato tu stesso a proferirle, non puoi combattere una guerra con un’altra guerra, l’odio si alimenterebbe da sé. Stanno tentando di diffondere quell’intolleranza, contro la quale gli illuministi si opposero tanto ferocemente. La maggioranza degli arruolati estremisti ignora il reale significato del Corano, volontariamente mal interpretato da chi invece a questi uomini deve “lavare il cervello”. È fondamentale evitare di generalizzare l’accaduto per non giungere a bugiardi stereotipi.
M: Io inseguo un sogno non più tale, l’impossibile pare ora realtà, ogni nostra delusione, per quanto insignificante possa sembrare, sarà incredibilmente rilevante se sommata a quelle di chi come me non si è, ancora, rassegnato ad un ipotetico scenario di distruzione e morte.
In quanto a generalizzazioni, sui social già spopolano slogan che recitano “Not in my name”.
A: Comprendo la validità di questa tua tesi, ma giustamente ogni persona cerca di preservare se stessa, anche perché sarebbe obbiettivamente complicato difendere l’integrità morale di un altro uomo. Se non vogliamo che l’omofobia prenda il sopravvento, riservando ad un altro popolo l’impensabile destino destinato agli ebrei del ‘900, dovremo essere noi a comprendere queste nozioni, la gente è spesso più ignorante che viva. Dovrebbero solo tacere, l’ipocrisia è la loro arma.
M: Purtroppo sono pochi a ragionare, tale possibilità non gli è negata, piuttosto è la loro fobia del diverso a fargli credere nemica una cultura differente.
A: Ricordiamo i fatti del 7 gennaio scorso, dei quali ho già parlato in altre occasioni, loro sono stati ovviamente incivili e continuano ad esserlo distruggendo monumenti storici di immenso valore, ma chi siamo noi per offendere la loro religione se poi non rispettiamo neanche il nostro Dio? Probabilmente loro non si fermerebbero comunque a parlare, sono stati addestrati per odiare e cercano d’infondere odio anche a noi, ma dobbiamo rimanere lucidi per non arrenderci.
M: Vi furono in passato epoche amiche della cultura, quando questa fioriva e l’uomo ragionava, ovviamente gli anacronismi sono sempre in agguato e non dovremo cadere in tale tranello.
A: “Bisognerebbe rifare i cervelli”, così Galileo riassumeva il suo pensiero sull’essere umano e temo non avesse tutti i torti. Ricordi gli arcobaleni per i matrimoni gay? Chiesi ad un mio conoscente, pur sapendolo, cosa significasse quella bandiera che esponeva con disinvoltura, mi rispose che non ne aveva idea. Quando la legge passò in Irlanda, nessuno se ne curò, nel momento in cui invece furono gli Stati Uniti ad accettare questo genere di unione l’ipocrisia prese il sopravvento.
M: Gli esempi sono tanti quanto l’ignoranza umana.
A: Oh amico mio, tu che il buon senso hai in dono, non farti condizionare dall’oziosa inimicizia, figlia del Demonio, non generalizzare, non odiare, continua ad inseguire quel paradisiaco ideale di libertà, perché spetterà a Dio giudicare, sul patibolo divino di misericordia e rancore, non certo all’umana giustizia che ha ormai miseramente fallito il suo compito terreno.
M: Non spetta a noi giudicare, è vero, non bisogna odiare perché non si ragiona più, non bisogna generalizzare perché solo chi non ha cervello lo fa, ma voglio essere pronto per quando arriveranno, voglio saper difendere me e tutti quelli che mi stanno a cuore e qual’ora dovesse esserci bisogno di me per porre fine a questo inferno, io voglio poterci essere. Se anche mi limitassi a lamentarmi, non risolverei nulla, perché tanto quelli continuerebbero.
A: Non finirà mai se reggeremo il loro gioco, puoi essere pronto a tutto, ma andare a combattere aiuterebbe loro, cercano di alimentare omofobia ed odio razziale.
M: In questo hai ragione, non uscirò mai dal nostro territorio, a meno che non dovesse rivelarsi necessario.
A: Necessario? Ancora non comprendi appieno le mie parole, i loro colpi sono diretti alla sensibilità umana, i nostri si ripercuoterebbero solo su un immaginario mostro che non ci teme ed anzi vive dei nostri dolori. Già adesso le moschee sono prese di mira con le proteste, i cittadini si oppongono all’immigrazione, papa Francesco ha ragione, è una terza guerra mondiale “in pezzi”.
M: Non vedo l’ora che la gente inizi a capire, perché di vivere con ignoranti che propongono di uccidere ogni musulmano esistente, non ne ho nessuna voglia…
A: Dio benedica il momento in cui sei nato tu e quelli che così tanto t’assomigliano, perché altrimenti veramente, ogni discussione diverrebbe vana, l’arricchimento conflitto e l’opinione pubblica un’utopia.
M: Fidati, non sono l’unico a pensarla in questo modo, ma “giustamente” in mezzo a gente così, non se ne parla e non vengono fuori.
A: Siete una minoranza e le minoranze vengono spesso soggiogate…
M: Come si può essere tanto freddi da anteporre il guadagno personale alla divulgazione di una tragica notizia? Troppo spesso i giornali mi fanno vergognare di essere umano.
A: Così han sempre fatto e continueranno a farlo, distolgono la gente da altri problemi e spesso temo che a troppi fatti non ci si opponga molto volontariamente… fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce. Hai sentito Bergoglio?
M: In parte, piango per lui e comprendo il suo dolore, ma purtroppo temo che questi fatti siano umani.
A: Non dovrebbero esserlo, ma mentre noi discutiamo dell’ennesima strage, migliaia di persone muoiono di sete e fame, sono vittime scelte a tavolino, sono gli ultimi dei dimenticati… Aveva ragione Hobbes, secondo il quale sarebbe stato meglio sottostare al volere di un solo uomo, in quanto l’essere umano può essere di natura solo malvagio e destinato all’anarchia.
M: Il mio pensiero si rifà in un certo modo a lui, sostengo che in fondo siamo tutti malvagi, ma non necessariamente buoni, puoi ben capire le mie idee…
A: Le comprendo e le rispetto anche se non le condivido pienamente, pur sapendo che tu, come me, cerchi la pace, a modo tuo.
M: Spero che questa guerra finisca presto. Voglio entrare nell’esercito, ma per realizzare il mio sogno, non per macchiarmi le mani di sangue.
A: Temo che purtroppo non sarà cosa di poco conto, intanto ringrazio te per le tue parole, è sempre piacere averti al mio fianco, la tua sincerità illumina me e chi troverà la saggezza di apprezzarla.
© RIPRODUZIONE RISERVATA