La furia del terremoto

La furia del terremoto

di 14 Aprile 2024

#Amarcord

Le “grida” del sisma sono state percepite dalla riviera riminese alle soleggiate terre partenopee. Quasi 700 anime sono state travolte dalla crudeltà della natura, una furia inattesa che ha strappato 296 persone dalle braccia dei cari sconvolti. Il terremoto del 24 agosto 2016 ha cominciato ad Accumuli la sua avanzata. Erano le 3:36 quando, ad 8 km di profondità, un evento sismico di grande portata poneva l’epicentro della distruzione. I cittadini, rapiti da un sonno profondo dovuto alla tarda ora, non hanno avuto tempo di reagire; per chi la tragedia l’ha vissuta, come per chi ne ha solo percepito l’eco, è sempre difficile riportare l’accaduto. Le immagini più commoventi e le testimonianze più malinconiche giungono dai corpi senza vita delle vittime e dalle telefonate fatte alle forze dell’ordine. Una coppia di giovani innamorati abbandonava questo nostro mondo infame in una stretta carica del rammarico dei soccorritori, mentre un ragazzo spendeva i suoi ultimi istanti per salutare la madre. Ogni Stato piange i nostri morti, i politici partecipano ad una gara di ipocrita solidarietà, ma i precedenti raccontavano già di una città quasi completamente rasa al suolo ed ora ci si domanda perché un campanile sia franato sull’esistenza innocente di una famiglia ignara. Se da un lato prevedere i terremoti è impossibile, dall’altro la prevenzione è praticamente nulla. Le ristrutturazioni dovrebbero essere incentivate, invece i costi risultano spesso proibitivi, in più le opere pubbliche compiute si sgretolano, come la sabbia friabile di cui sono sature. Interessi e denaro governano il mercato e progettano case popolari destinate a crollare. Intanto la popolazione si divide fra chi crede di poter fare realmente qualcosa e chi solca l’onda della novità, senza sapere dove questa porti. Si attaccano i migranti, a cui è, a detta di molti, concesso di stare in albergo, ma su questo non entro in merito e si denunciano emergenze fantasma che non esistono davvero. Tutti si credono filosofi, ma facendo i moralisti speculano su vite stroncate col preciso intento di alimentare una polemica a sfondo sociale. Internet ha dato agli “stupidi” la possibilità di esprimersi, questo è il vero male del mondo. Si propongono modelli innovativi per la prevenzione, dopo, sempre dopo… Perché i fondi per la messa in sicurezza non sono mai giunti a chi di dovere? In Emilia le donazioni per i terremotati svanirono nel nulla, come le loro speranze di avere una vita normale. In questo modo gli interessi avranno sempre la meglio sulla solidarietà, che intanto diminuisce. Sul web bufale prive di fondamento si susseguono, fra chi si improvvisa un politico fingendo di promulgare leggi proprie e chi propone di devolvere in beneficenza il montepremi del superenalotto, senza sapere che non si può certo costringere un ente privato a disfarsi del proprio patrimonio; opportunisti in cerca di seguito ci sono sempre. I tempi sono lunghi, ma almeno si tentano rimedi: i terremotati de L’Aquila attendono ancora un’abitazione. Seguire il modello giapponese è sicuramente giusto, ma perché non lo si è fatto prima? Le spese di restauro sono più dispendiose di quelle per la prevenzione. Il colpo più duro inflitto all’opinione pubblica arriva però da un paese che si era detto tanto amico; le vignette satiriche francesi hanno infatti disgustato più del terremoto stesso. Loro si sono dimostrati quantomeno coerenti con la politica di diffamazione che seguono. Quando ad essere attaccati furono i Musulmani fu facile per noi difendere il giornale parigino, pur non avendolo, probabilmente, mai letto. La satira francese non lascia scampo a nessuno, non prova rimorso e non ha pietà, per questo suggerisco di ignorarla. Giunti a questo punto, sono davvero poche le cose a cui prestare attenzione. Adesso, tutti si dicono tristi, ma quando a soffrire è un disgraziato che non fa rumore nessuno ne compiange il martirio. Si è parlato troppo e a sproposito, quel generoso silenzio che tanto ci asseconda nei momenti più bui, appare ora dimenticato e segregato da una blasfemia ipocrita e senza pudore. E’ giusto vigilare sul nostro mondo, sui nostri fratelli ed è caritatevole condividerne dolori e gioie, ma il raccoglimento più sincero risiede forse nella nostra quotidiana riservatezza. Il denaro governa questa nostra esistenza di sventure, in cui i veri sopravvissuti non sono i pochi scampati alla furia della natura, ma i rari volti capaci di dissolvere le apparenze.

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

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