Fanta Mondiale Magazine: La Tartaruga è campione del mondo

Fanta Mondiale Magazine: La Tartaruga è campione del mondo

di 20 Agosto 2024

FANTAMONDIALE MAGAZINE – FINALE

La Tartaruga è campione del mondo

 

MBAPPERO’!

La battaglia di Schrödinger

La partita era sia vinta che persa allo stesso tempo, nessuno sapeva come sarebbe davvero finita; o almeno, questo era quello che percepivano i due fanta-allenatori giunti in finale Mondiale. Infatti, fino al minuto 80 della finale più pazza di sempre tutto sembra clamorosamente in bilico, tanto che una rete clamorosa di Orsic sta quasi per regalare il secondo titolo della storia al Sassuolo. Poi, però, il lampo, il genio, l’estro, la follia dell’uomo immagine che diventa tutt’uno col nome della propria squadra e cambia la musica di un torneo che, in quel preciso “attimo prima della tempesta”, stava per essere irrimediabilmente perduto. Capito ciò, Kylian si mette in proprio e diventa parte del gruppo, Tartaruga, appunto, ma ninja; dribbla, salta, schiva e colpisce, quasi si trovasse in Callo f Duty o qualche altro titolo simile. La fantasia di qualche titolo video ludico, tuttavia, non basta a sottolineare la classe di un classe ’98 (ennesimo gioco di parole voluto) capace di superare i più grandi della storia ad appena 24 anni, di vincere un Mondiale poco più che maggiorenne (segnando in questa finale come nell’altra), ma anche di portare un enorme sorriso sulla bocca al top-manager che ha saputo strappare il guscio del mangia-baguette al rivale Ismam, che ad ogni asta si fa qualche nuovo nemico, perché non si sa mai, si potrebbe quasi correre il rischio di stare persino simpatico a qualcuno. Così, dall’enorme calderone della fortuna fanta-calcistica, l’unico verdetto veritiero, in barba a qualsivoglia pronostico o logica di campo, è targato, ancora una volta, De Iulio, che nella sua frenesia di fanta-scommettitore (come no) aveva indicato tre nomi come contendenti al titolo. Tre nomi poi arrivati in top 4. Esclusi i Biblios, clamorosa rivelazione sulla quale soltanto la stessa Giulietta aveva puntato (e col senno di poi la scommessa sembra molto meno tale di quanto non fosse davvero), Marco indovina tre finalisti su quattro (Tartaruga, Sassuolo e Arquebuse), quasi a ricordarci che, anche nei momenti di magra fanta-calcistica, l’estro del campione non svanisce mai e le giocate, magari tardive, colpiscono sempre il bersaglio. Lo stesso dicasi per Kylian, che da Mbappe (4,5 il suo voto live fino al momento della follia) diventa “MbAPPERO’!” con tanto di punto esclamativo finale, scritto e “parlato”, nella consapevolezza di saper scrivere la storia ad ogni pallone toccato, ad ogni sguardo, ad ogni sospiro. Prima della rete del francese, infatti, Orsic teneva in testa i nero-verdi nello scontro diretto con gli animali più lenti (ma tarta-letali) del pianeta; mentre il Sassuolo stava totalizzando 76 punti, infatti, in proiezione live Fabio ne portava a casa 74,5. In questo scenario si sarebbe verificato un inedito Tappo bis, ma nemmeno un minuto e Mbappe dimostra di non essere d’accordo, tanto da fare due goal e veder alzarsi a dismisura anche il suo voto base. Fabio ora conduce 79 a 76, dopo aver superato persino il temibile scoglio (onore ed onere) del rigore, che in caso di errore porta malus non trascurabili e riapre il match. Kylian, però, non delude mai, questa è profetica certezza che ucciderebbe Adani al sol pensiero e ammutolirebbe anche Ronaldo, reduce da una trasferta fra luci e ombre, non soltanto (va detto) per colpa sua. Ancor più dura sarà, per lui, osservare il futuro che avanza inesorabile scansandolo all’improvviso, mentre il rivale di sempre coglie l’allineamento corretto dei pianeti e il favore delle stelle, degli Dei. Mario non è in finale, ma la stella del Dinda, Lionel Messi, porta a casa un Mondiale storico, che per gli argentini (e i napoletani) avvicina la Pulce al loro Diego (non possiamo capirli, ma sappiamo che per loro vale quanto Alvarez per Adani e Cassano). Non abbiamo avuto Lele ad illuminarci le ultime giocate qatariote di Messi & Co, ma poco importa, perché dopo l’annuncio del “non ritiro” dalla Nazionale dello stesso Lionel sappiamo che ancora tante altre fanta-avventure ci attendono, fra cui l’inedita competizione voluta dai fratelli Tassinari, che lasciano ancora mistero sui dettagli, ma che promettono di rendere (un minimo) interessanti anche quelle noiosissime (è proprio il caso di dirlo, specialmente con questa Italia attuale) soste di campionato in cui la Nation League è l’unico rimedio (non Alberto, Rimedio) ad una forte carenza di calcio nel sangue e nelle ossa (Dio ci scampi dalle amichevoli, magari in concomitanza con la pausa della F1). In questo scenario, ne siamo certi, sentiremo ancora parlar della Tartaruga Mundial (assonanza, o rima imperfetta, voluta).

 

SENZA PAURA

Fabio e Tappo senza calcoli

Quel sottotitolo che potrebbe sembrare un responso medico è, in realtà, il più rapido dei riassunti circa la situazione tattica delle squadre coinvolte nello scontro Mondiale. Infatti, nessuno dei due allenatori vuole certo fare calcoli, anche perché giocare sui 6 politici sarebbe davvero troppo rischioso; così, le formazioni in campo rappresentano lo specchio di quanto di meglio i superstiti mondiali abbiano da offrire. Tappo si presenta col suo capitano, Ochoa, titolare fra i pali e forte del suo 6 politico obbligato (così come Pickford da Fabio), mentre in difesa porta l’allegro trio composto da Theo Hernandez (delusione mondiale in questa finale da 4,5 dopo un ottimo torneo), Davies e Mazaroui (indisponibile), mentre La Tartaruga porta un altro marocchino, Hakimi, a cui sono affiancati gli argentini Acuna e Molina (con Tagliafico relegato in fanta-panca). A centrocampo Tappo è carente di risorse, ma si affida alla scaramanzia per lasciare spazio al vice-capitano Joao Mario; assieme a lui Foden, Raphinha e Orsic, che rischia seriamente di compromettere l’intero percorso del Clab. Tutt’altro scenario per Fabio, che ha solo un assente (Casemiro, contro l’unica presenza a centrocampo per Tappo) e un trio di tutto rispetto con Rabiot (immancabile), Brozovic (poi scopertosi in panchina per scelta tattica) e De Paul (uno dei migliori in assoluto nella finale e nell’intero torneo). In attacco Andrea si affida in toto ad Alvarez, che poche settimane prima Fanta-Antonio aveva etichettato come “più forte di Halaand”, complici anche le assenze di Kane e Neymar, a figurare titolari unicamente in favore di telecamere e fanta-giornali. Dall’altra parte, invece, Fabio può contare sullo scarso minutaggio di un Dybala comunque imprevedibile e, ovviamente, sull’unica certezza del cosmo tartarughiano contemporaneo, quel Kylian Mbappe di cui si è già parlato e cui Fabio stesso affiancherà Williams per scelta tecnica, lasciando in lacrime un CR7 ferito (a dir poco) da questa pausa Mondiale. Col senno di poi, la scaramanzia più potente è stata certamente quella di Fabio, che fa laureare comunque campione anche l’asso portoghese e che, conti alla mano, in finale avrebbe rischiato qualcosa soltanto contro Dinda. Non ci sono dubbi, col senno di “prima” e col senno di poi, Fabio era certamente l’uomo giusto al momento giusto e diventa il terzo vincitore diverso (su tre edizioni) nella storia dei Mondiali. Nota finale: anche gli allenatori schierabili da Tappo e Fabio (da Brasile e Danimarca) portavano “semplici” 6 politici.

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

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