Tappo e Sassuolo in SL: ScuDetto Fatto!
Tappo e Sassuolo in SL: ScuDetto Fatto!
GIORNATA 33
“Lo hai fatto, brutto figlio di…” (cit.)
SCUDETTO FATTO!
Tappo nella storia della Super League, “di nuovo…”
Tante citazioni cinematografiche per una stagione che, anche alle più grandi pellicole, ha ben poco da invidiare. Non ci saranno Sam Neil o Chris Pratt, ma il ritorno alla prei-fanta-storia è ugualmente portato a termine da un Tappo edizione limitata che realizza un vero colossal registrato in tonalità da scuola di bianco e nero-verde. Benvenuti al Jurassic Tapp, verrebbe quasi da dire, quando pure il mai banale Jeff Goldblum (l’eccentrico Ian Malcolm di Jurassic Park e World) diventa protagonista del titolo a prima pagina di questo fanta-giornale. Lo ha fatto, Tappo, lo ha fatto davvero, il nostro vecchio volpone; in effetti, dopo il record di secondi posti nella storia della Super League, dopo il record di “top 4” e dopo essere diventato il secondo allenatore più vincente nella storia della FantaChampions (nonché il secondo, sostanzialmente, per numero di presenza in tutte le competizioni fantacalcistiche targate Tassinari), ecco che il redivivo Andrea si scopre uomo capace e capacitatosi di un successo che ha lasciato sin da subito interdetti, se non altro per l’abitudine masochista (trasmessa anche ad un clamoroso Arsenal 22/23) che il caro Tappetto aveva sviluppato in questi anni, trovando sempre un modo per eliminarsi da solo dalla corsa al titolo. Cattive abitudini a parte (cosa che dovrebbe coinvolgere anche un Ismam decisamente intenzionato ad alzare la coppa dalle grandi orecchie), che le intenzioni del Sassuolo (nonostante la dirigenza continuasse a millantare un’ipotetica salvezza come obiettivo primario) fossero queste era cosa nota già da tempo, almeno agli addetti ai lavori. Tappo, che pure non vantava il team più forte sulla carta (primato, questo, che anche alla luce dei punteggi complessivamente portati a casa sin qui dovrebbe spettare alla Tartaruga Top Clab), veniva da un anno in cui aveva perso la lotta scudetto contro Marco soltanto all’ultima giornata e per appena un miserissimo punto, che in Formula 1 verrebbe tradotto con l’equivalente di un giro veloce (probabilmente concretizzato con le soft sul finale di una gara in cui i rivali montavano gomme dure ormai al loro limite estremo). Nonostante le difficoltà incontrate, o forse anche per questo motivo, tuttavia, i fanta-rivali di Tappo hanno creduto nel progetto nero-verde al punto da confermarlo (a inizio anno, in tempi non sospetti e nonostante una rosa ben al di sotto delle aspettative) come uno dei favoriti per il titolo (premiando, se non altro, caparbietà ed esperienza di uno fra i fanta-allenatori più longevi di sempre). Lo ha fatto, ripartiamo da qui, ma cosa ha fatto davvero? Ha scritto la storia del fanta, molto semplicemente; ci sarebbero tanti altri modi per dirlo, ma questo è il riassunto che meglio riprende l’intera essenza della questione, con un Andrea capace di prendersi finalmente quello che gli spettava di diritto. Dopo tanti anni di dominio del fratello Tasso, quando Tappo difficilmente riusciva a trovare la costanza giusta per impensierire davvero l’Arquebuse delle leggende, i primi a trionfare in SL, però, erano stati gli Eagles di Christian, mentre il terzo allenatore diverso ad avere la meglio era stato un Marco tornato dopo il suo momentaneo addio al fantacalcio e ad un esilio dorato al termine del quale si sarebbe trovato sin da subito nell’Olimpo dei migliori. Tappo, in passato, poteva fregiarsi appena di qualche derby cittadino contro i bianco-blu del WUA, ma la cosa si rivelava realmente fruttuosa soltanto in coppa (epico lo scontro in Champions che lo vide stra-vincitore nella stra-cittadina, ma anche più volte in Coppa Italia dove, dal vivo o a distanza, lo scontro Tasso-Tappo è sempre stato all’ordine del giorno). Episodi controversi non sono certamente mancati (si rimanda ad altri numeri del fanta-giornale per maggiori approfondimenti), ma anche Andrea, in alcune circostanze, ci ha messo del proverbiale “suo” per uscirne sconfitto, quasi (e un po’ è persino vero) il giovane si fosse affezionato alla medaglia d’argento. L’anno X del Covid, ad esempio, il Sassuolo appariva come la squadra più chiaramente lanciata verso il titolo (i goal di Immobile erano l’esempio per lo stato di forma di un giocatore), ma la pausa forzata spezzò l’incantesimo e fu sostanzialmente la pandemia a regalare al WUA l’ennesimo scudetto della storia, in un anno in cui i valori in campo cambiarono drasticamente dal “pre” al “post” campo, quando persino la “Champions estiva” persa in finale dal PSG divenne un evento fantasma che oggi ancora in molti faticano a ricordare chiaramente. La beffa estrema per il caro Andrea, dopo lo scudetto degli Eagles (primo non-WUA a vincere in SL) e il campionato coviddi, fu vedere rientrare Marco da un inferno che lo aveva rinvigorito in modo incredibile, tanto che la prima stagione del rientro dei Sex coincise anche con il loro primo scudetto, in un anno in cui la lotta per il titolo era affollatissima e serrata (Marco, Tappo, Abu, Tasso e Chri) rimasero tutti in corsa fino a cinque giornate dal termine in pratica. L’anno seguente fu l’anno passato (un modo filosofico per dire che si parla dello scorso anno), con la lotta da Formula 1 fra Lewis TappHamilton e Max Marchestappen a ripercorrere un cammino analogo (che per Andrea divenne poi ANALogo, visto il successo dei rivali Sex) nella massima competizione motoristica. Insomma, estrema ironia non divenire nemmeno il terzo allenatore a vincere la Super League, trovandosi scalzato anche da un altro mister, di rientro da un anno fanta-sabbatico. La storia di Andrea è piena di alti e bassi, fanta-calcisticamente parlando, ma se gli alti non sono mai stati “tanto alti” (prima di ora non aveva mai preso l’oro in campionato, insomma), anche i bassi “non sono mai tanto bassi” e il quarto posto (uno solo) rappresenta comunque il peggior piazzamento finale del Sassuolo in campionato. Tappo è il secondo allenatore per numero di trofei vinti e il secondo per successi in Champions; è stato anche una delle sole tre persone ad aggiudicarsi un fantaMondiale, mentre si è classificato con argento per ben otto volte in SL e vanta sei medaglie di bronzo (Tasso stesso, i cui record sono impareggiabili al momento, concluse una stagione al quinto posto, tanto che il suo peggior risultato annuale era peggiore -non mi si perdoni il gioco di parole- di quello tappiano). Con questo successo in campionato, inoltre, Tappo conquista l’ultimo dei tre grandi titoli che gli mancava e diventa, assieme al fratello Tasso, l’unico capace di portare a casa Super League, Champions e Mondiale per Club. Con un obiettivo di 100 punti in campionato difficile ma non impossibile da realizzare, Andrea punta a bruciare ogni record, o a superare quantomeno l’epico punteggio da “campione perdente” che lo vide arrivare secondo anno scorso. Nemmeno la panchina d’oro appare scontata (sebbene l’allenatore dei nero-verdi rimanga il grande favorito), con Ismam che punta ad insidiare il trono per instaurare una propria dittatura, mentre Mengozzi conta comunque un ottimo terzo posto col suo Nacho e una semifinale di Champions tutta da giocare griffata Mentana (senza contare le grandi annate di Udinese e Biblios, capaci di superare in classifica squadre come La Tartaruga e non solo). In verità, però, questi dettagli passano quasi in secondo piano se si considerano grandezza e magnificenza di un’impresa in cui ormai non sperava quasi più nessuno (e chissà se Tappo resterà, agli occhi di tutti, il solito commovente ed “amichevole tappo di quartiere” o se ora, forte del suo nuovo status di campione, Andrea verrà finalmente percepito per quel pericoloso rivale che è): Tappo è campione di Super League. Madridista anche nei videogiochi, Andrea pareva essersi ormai abituato a dei successi europei che iniziavano quasi a non emozionarlo più (sebbene i milioni raccolti durante il percorso siano stati più che decisivi per i successi attuali), ma la musica è cambiata. In contemporanea con l’uscita del nuovo disco di Emis Killa, Tappo ha tirato fuori un vero “Cult” del fanta, andando a vincere “a casa loro”, a casa di Tasso, Marco e Chri, profanando l’Olimpo per ridisegnarlo ad emiliana grandezza. Tappo, che ora medita anche sul cambio di nome della sua squadra, ha voluto violare il sacro terreno degli immortali per diventare immortale a sua volta e vedere il proprio (sopran)nome inciso dove conta e dove, in fondo (ma nemmeno troppo), merita assolutamente di stare. Il successo del Sassuolo, però, non è certo frutto di un momento fugace ed unisce, anzi, una serie di tappe (gioco di parole casuAle, non come quest’ultimo) difficili ma inevitabili, che hanno spinto i nero-verdi in alto.

BERGAMO, ITALY – JANUARY 15: Guillermo Ochoa of Salernitana reacts during the Serie A match between Atalanta BC and Salernitana at Gewiss Stadium on January 15, 2023 in Bergamo, Italy. (Photo by Jonathan Moscrop/Getty Images)
-Inizio al TOP, risultati anche meglio
Facendo la doverosa premessa che quanto stiamo per asserire non è da considerarsi compatibile con la passata stagione (dove il Sassuolo sarebbe stato “facilissimamente” da scudetto, se soltanto non fosse esistito il Marco più sorprendente di sempre), un primo decisivo fattore per il dolce epilogo nero-verde arriva dalla costanza e dalla consistenza del club nei risultati. Infatti, Tappo è sempre stato famoso per le sue partenze a rallentatore, che spesso lo inducevano a cadere in trabocchetti orditi da squadre come il Kebab o altre di pari livello. Quest’anno, invece, nonostante un calendario difficilissimo con ben 3 big match nelle prime 6, i nero-verdi hanno saputo trovare un passo gara non indifferente, tanto che Andrea può dire di essere diventato un ottimo stratega. Tre vittorie su tre nelle prime gare di stagione, ma anche tre pareggi consecutivi nelle sfide immediatamente successive contro Nacho, Eagles e DTP; come se non bastasse, Tappo conta anche tutti gli scontri diretti a proprio favore (comunque vadano le restanti sfide, avrà comunque vinto o pareggiato almeno una volta contro chiunque, dopo essersi vendicato su Mario) e l’unica sfida che, per ora, lo ha visto sconfitto è stato l’incrocio col Dinda Team, da cui ripartiamo per la prossima tappa della storia.
-Dinda Team e Nonna, il rischio della fine
Non sempre gli allarmi (non si guardi però al meteo di questi giorni) si concretizzano in pericoli veri e propri, ma il rischio che Mario diventasse la fine, più che una semplice nemesi, era ben alto. Infatti, la sconfitta contro il Dinda Team si è rivelato uno dei momenti chiave della stagione nero-verde, ma in positivo, tanto che Tappo si dimostrò, sul momento, capace di uscirne rafforzato in consapevolezza e forza, piuttosto che ferito nello spirito. Impresa non da poco, specialmente se si considera che, subito dopo la sconfitta contro Luc, sarebbe arrivato anche un pari clamoroso contro il Nonna AFC (gli unici pareggi, oltre a questo, sono arrivati solo contro top club, ovvero i tre citati in precedenza e il WUA di Tasso nell’ultimo derby). Merito di Tappo entrare nella testa dei giocatori (e anche nella sua) per non cedere allo sconforto.
-Tasso KO contro Nacho e Fabio…
Un altro momento di fondamentale importanza per il successo nero-verde deriva dalla sconfitta del WUA per mano di mister Mengozzi, che ha saputo organizzare al meglio (per tutto l’anno) una squadra con appena quattro attaccanti in rosa (e nemmeno tutti titolari), giocando sempre con tre punte assieme (diamo atto al mitico Enry). Da quel momento in poi, il morale dei bianco-blu è andato sempre scemando, tanto che tutte le ambizioni di Tasso sono andate subito concentrandosi verso la Conference che lo accosterebbe al nome di Josè Mourinho. Ugualmente determinante è stato il contemporaneo declino (perché di questo si è trattato) di un Fabio tradito dai suoi proprio quando iniziava anche la corsa alla Champions, che è diventata prima una rincorsa e poi una goffa caduta contro i Maghi.

UDINE, ITALY – MAY 04: Victor Osimhen of SSC Napoli celebrates after scoring the team’s first goal during the Serie A match between Udinese Calcio and SSC Napoli at Dacia Arena on May 04, 2023 in Udine, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
-Osi-goal scudetto
La ciliegina sulla torta di questa stagione è stata senz’altro la chiusura col botto della matematica, col Sassuolo che conquista il suo primo scudetto in contemporanea col Napoli, che proprio come i nero-verdi ha meritato questo campionato, dominandolo dall’inizio alla fine. Molto spesso è impossibile trovare il “goal scudetto” perfetto, anche perché può capitare che gli scudetti vengano vinti (o persi) anche in albergo, o perché al fantacalcio si considera un fanta-goal per ogni due goal reali, in pratica. In questo caso, però, il goal scudetto è certamente del giocatore più atteso della squadra emiliana, con Osimhen che trova la rete decisiva sia col Napoli che col Sassuolo. Infatti, se contro l’Udinese l’attaccante azzurro ha saputo regalare ai partenopei il punto decisivo con la rete dell’1-1, contro il Venezia 2.0 soltanto il suo goal poteva portare il momentaneo 63,5 a 67 (col bonus del goal pareggio). Con Osimhen, insomma, abbiamo deciso di chiudere questa prima narrazione sulla grandissima stagione del Sassuolo, di cui parleremo anche a fine stagione, per tracciare un quadro del percorso maturato nel corso dell’anno. Intanto, forti delle poche consapevolezze incontrare sin qui, ci coccoliamo il nostro Tappus Maximus, sempre distante dai facili proclami di chi nasconde la propria inconcludente vanità con qualche parolone e possiamo già iniziare a programmare il bis tappiano, per una stagione 23/24 che, mai come ora, promette spettacolo e scintille da ogni parte…

REGGIO NELL’EMILIA, ITALY – APRIL 14: Armand Lauriente of US Sassuolo celebrates scoring his team’s third goal with teammate Gian Marco Ferrari during the Serie A TIM match between US Sassuolo and AC Milan at Mapei Stadium – Citta’ del Tricolore on April 14, 2024 in Reggio nell’Emilia, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
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