La caduta della Roma: dall’addio di Mourinho al caos totale
La caduta della Roma: dall’addio di Mourinho al caos totale
La caduta della Roma: dall’addio di Mourinho al caos totale
Le parole di José Mourinho risuonano come un eco amaro nel cuore di tanti tifosi romanisti: “Io voglio rimanere alla Roma, però i miei giocatori meritano di più. E anche io merito di più, e voglio lottare per il più.” Parole che non solo svelano la nota frustrazione del tecnico portoghese, ma delineano anche il quadro desolante di una squadra che, dall’esonero di uno dei migliori allenatori della storia, è entrata in una spirale di degrado calcistico e gestionale.
L’addio di Mourinho: la fine di un sogno
Mourinho ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della Roma. Il suo arrivo nel 2021 ha portato entusiasmo e risultati, culminati nella vittoria della Conference League, un trofeo europeo che mancava da decenni nella bacheca della squadra. Nonostante le difficoltà, “San José” – come lo chiamano alcuni dei suoi estimatori – ha saputo costruire un’identità forte, cementando la squadra con la sua mentalità vincente e il suo spirito di lotta. Ma, come spesso accade, anche i miracoli hanno un prezzo.
La stagione successiva è stata segnata dall’amarezza della finale di Europa League contro il Siviglia, una partita segnata dalle controverse decisioni arbitrali di Anthony Taylor. Una prestazione eroica della Roma, portata ai rigori nonostante evidenti ingiustizie, si è conclusa con la sconfitta. Quella notte segnerà per sempre il rapporto di Mourinho con il club e con una società incapace di proteggere la sua figura e i suoi giocatori.
Il caso De Rossi: un placebo per calmare la piazza
L’esonero di Mourinho ha lasciato un vuoto enorme, sia dal punto di vista tecnico che emotivo. La scelta di affidare la panchina a Daniele De Rossi, leggenda giallorossa ma allenatore inesperto, è apparsa da subito come una mossa disperata della società. Più che una scelta ponderata, sembrava un tentativo di placare la tifoseria, un placebo temporaneo per evitare rivolte. De Rossi, amatissimo dalla Curva Sud, si è trovato catapultato in un contesto troppo grande e complesso per le sue capacità da neofita della panchina, sebbene all’inizio in molti intravedevano decisi miglioramenti (lasciamo ad altre sedi le discussioni circa il modo in cui alcune vittorie erano effettivamente arrivate).
Nonostante l’affetto dei tifosi e qualche partita positiva, la squadra non ha retto. Il fallimento era quasi inevitabile, con una rosa già stanca, un mercato estivo rivoluzionario e il caso Dybala che ha ulteriormente destabilizzato l’ambiente. L’attaccante argentino è stato per giorni al centro di un tira e molla snervante: “vado, non vado”, tra voci di cessioni e prestazioni altalenanti che non hanno mai dato la scossa necessaria alla squadra.
Un’estate di rivoluzioni e caos
L’estate successiva all’addio di Mourinho, quindi, ha portato con sé una serie di operazioni di mercato che avrebbero dovuto ridare linfa alla squadra, ma che invece l’hanno ulteriormente destabilizzata. L’acquisto di giocatori non all’altezza delle aspettative, le cessioni improvvide, e la gestione confusionaria dei rinnovi hanno reso ancora più evidenti le falle nella gestione societaria. Il caos attorno al futuro di Dybala ha rappresentato un perfetto esempio dell’incapacità della Roma di gestire situazioni delicate e di assicurare continuità ad un progetto sportivo credibile.
Alla fine, dopo settimane di risultati indecorosi e prestazioni che hanno fatto infuriare i tifosi, De Rossi è stato esonerato, aggiungendo un altro tassello all’affresco del disastro giallorosso.
L’arrivo di Juric: un’illusione?
Dopo l’esonero di De Rossi, la società ha puntato su Ivan Juric, un allenatore che ha sempre mostrato carattere e buoni risultati con squadre di medio livello, ma che ha subito dovuto fare i conti con la pressione di un ambiente esasperato. Le sue prime dichiarazioni, cariche di ottimismo, hanno cercato di riaccendere la speranza, ma sul campo la Roma ha continuato a faticare. Le prestazioni altalenanti, il continuo emergere di problemi interni e la totale mancanza di identità della squadra hanno fatto presto svanire l’entusiasmo iniziale.
Le parole di Mourinho suonano oggi come una triste profezia: “Sono stanco di essere allenatore, uomo della comunicazione, di essere la faccia che dice ‘siamo stati derubati’.” La Roma è stata derubata non solo da quel fatidico Taylor, ma da una società che non ha saputo dare continuità al progetto tecnico più importante degli ultimi anni, cacciando senza pudore uno degli allenatori più vincenti e iconici della storia del calcio.
Conclusione: il rimpianto di San José
Chiamatemi pure vedova di Mourinho, come piace ancora dire a molti, ma il suo addio è stato l’inizio di un declino che sembra non avere fine. Oggi, più che mai, la sua assenza pesa sul cuore dei tifosi, che vedono una squadra alla deriva, senza una guida e senza un progetto chiaro. Il miracolo della Conference League sembra ormai un lontano ricordo, oscurato da errori societari e scelte tecniche scellerate.
La Roma ha perso la sua anima, e con essa il rispetto di chi credeva in un progetto vincente. José Mourinho, con tutti i suoi difetti, rappresentava quell’anima. E ora, senza di lui, si fa fatica anche solo a sognare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
About the Author: Alessandro Tassinari
One Comment
Leave A Comment Annulla risposta
Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.
Post recenti
Il fascino della Fanta Champions: tempo di semifinali!
23 Aprile 2025Alessandro TassinariFantacalcio – Ritorno di Fiamma: Tornano le Fanta Coppe Europee!
23 Aprile 2025Alessandro TassinariIl Signore delle Capre riceve il Tapiro d’Oro Pasquale: caos, mammelle e riconciliazione
22 Aprile 2025Alessandro TassinariComunicato Ufficiale – Fanta Tassinari
22 Aprile 2025Alessandro TassinariLazio furiosa col calendario: “Vogliamo andare in Vaticano, non giocare!”
21 Aprile 2025Alessandro TassinariF1 – RecensiOne ignorante GP Gedda 2025: i Tre Moschettieri, con Charles principe d’Arabia
21 Aprile 2025Alessandro Tassinari
Purtroppo le società moderne non sono all’altezza della vecchia guardia. Credono che la continuità non valga nulla e sono affamati di soldi e risultati… Hanno perso uno dei migliori allenatori al mondo, uno che aveva già vinto anche troppo per la squadra che aveva, per lasciare la società in mano a un giovane appassionato romanista…. Arriverà anche il vostro momento, ma solo se arriverà la giusta continuità…