Juric e la Roma: un’eredità che pesa ancora

Juric e la Roma: un’eredità che pesa ancora

di 19 Gennaio 2025

Breve confronto non richiesto fra la Roma di Juric e il Sassuolo di Grosso.

Certi amori non finiscono (diceva “qualcuno”), altri invece fanno giri immensi per non tornare più. E forse non erano nemmeno veri amori. Si può dire certamente questo della breve, ma intensissima (in senso negativo) avventura capitolina di Ivan Juric. Il tecnico croato, infatti, in poche settimane alla guida della Roma, ha saputo portare il club vicino ad un pericolosissimo punto di non ritorno.

Sebbene il “profondo (giallo) rosso” della squadra, non sia ancora passato remoto (infatti, a parità di partite, i ragazzi di Ranieri distano appena 5 punti dalla zona retrocessione e ben 9 punti dalle coppe europee, addirittura 12 dalla zona Champions), il trend di risultato e prestazione degli ultimi tempi è certamente migliore rispetto ai “tempi andati”. Perché, allora, riesumare antiche ferite? Perché prendersi periodicamente l’insulto di chi ti vuole (mi vuole) “vedova di Mou“, mentre ricordo anche la sciagurata scelta di portare nella capitale Ivan il (non troppo) terribile?


Juric e la Roma: ricordare per non dimenticare

Volendo essere brutali, come per gli eventi storici, si potrebbe usare il mantra di vita “ricordare per non commettere gli stessi errori“. Gli stessi orrori. Con questi termini, infatti, potrebbe essere riassunta magistralmente la terrificante avventura di Juric a Roma. Lo stesso Stephen King si direbbe, di fatto, incapace di scrivere un horror tanto spaventoso e pervasivo, in grado di mortificare dal primo tifoso all’ultimo.

Noi romanisti avremo tanti difetti, ma non ci meritiamo (parere mio) l’esaltazione della mediocrità, cosa che nei mesi scorsi è stata speso all’ordine del giorno, come quando si cercava di giustificare una sconfitta contro l’impronunciabile Elfsborg, in una notte priva di emozioni, con un allenatore chiamato proprio (sulla carta) per evitare simili “incidenti di percorso”. Dichiarazioni simili possono essere accettate in altri club, o dopo sconfitte combattute contro i campioni in carica o compagini superiori. Non così. Ma non è tutto.


La Roma di Juric contro… Sassuolo – Südtirol

Rompendo completamente la barriera immaginaria che mi separa da voi lettori, devo poi ammettere che c’è stato un momento preciso in cui queste parole hanno preso forma, il quarto goal del Sassuolo, nella divertente partita terminata 5-3 in favore dei ragazzi di Grosso. Infatti, scherzando con un giovane tifoso nero-verde, evidenziavo che questo Sassuolo fosse stato capace di segnare, in una sola partita, più reti della (mai) temibile “Roma di Juric” in un intero mese. Parlo sempre, ovviamente, da tifoso della Maggica…

Infatti, mentre la squadra emiliana è stata capace di segnare ben 5 reti in una sola partita (cosa che, tra parentesi, alla Roma è riuscita una sola volta, ma sotto la guida di Sir Claudio), la Roma di Ivan si è sempre dimostrata più brava a subire che a segnare. Così, in tutto il mese di settembre (il momento di “massimo splendore” dei giallo-rossi in tal senso) il club è riuscito a mettere insieme proprio 5 reti complessive (giocando contro Udinese e Venezia con situazioni spesso fortuite), che diventano 6 solo se si decide di considerare anche l’Europa League.

Ad ottobre le cose non vanno, ovviamente, meglio (anzi) e in sei partite ( Elfsborg, Monza, Inter, Dinamo Kiev, Fiorentina e Torino) la Roma riesce a realizzare appena 4 reti, che diventano addirittura 3 se si considera la sola Serie A. Numeri drammatici anche se non si ricorda l’impressionante 5-1 subito contro la Fiorentina. A novembre, invece, i giallo-rossi realizzano 4 goal in due partite di campionato (Verona e Bologna), senza raccogliere però nemmeno un punto in nessuna occasione. Fortunatamente, dalla partita successiva in avanti si scelse Ranieri per “salvare il salvabile” e il cantiere è tutt’ora aperto.


Juric e Sassuolo – Südtirol: il confronto finale

In breve, la Roma di Juric non è mai stata capace di realizzare, in campionato, più reti del Sassuolo di Grosso nella singola partita contro il Südtirol; dato che “vuol dire poco”, ma vuol dire anche tanto, soprattutto se sei la Roma e hai fatto investimenti importanti nel mercato di inizio stagione. Così, riassumendo:

  • Roma di Juric a Settembre: 5 goal in due partite di campionato (6 punti);
  • Roma di Juric a Ottobre: 3 goal in quattro partite di campionato (4 punti);
  • Roma di Juric a Novembre: 4 goal in due partite di campionato (0 punti).

Una curiosa statistica, non legata però al solo Juric ma alle “abitudini” della Roma, è poi quella legata ai proverbiali “goal dell’ex“, coi giallo-rossi capaci di incassarne ben 3 in sole 7 partite di Serie A (prendendo goal da Bove, Lukaku e Zaniolo); il tutto senza contare poi i tanti giocatori che contro di noi trovano “la loro prima volta” (ultimo ma non ultimo, il genoano Masini, alla sua prima da titolare nella competizione).


Roma, nelle mani di Claudio (Ranieri)

Al momento, “non ci resta che piangere” e sperare, con la classe di Ranieri che dovrà programmare sin da subito la prossima stagione, raccogliendo il massimo possibile anche dalle macerie di quella attuale. Infatti, “Juric o non Juric” (questo non è il solo problema), con le dovute proporzioni del caso, fra la Maggica 24/25 e la squadra di Grosso c’è un abisso numerico e prestazionale, con i giallo-rossi a quota 31 goal fatti in 21 incontri e il Sassuolo con ben 51 reti segnate ed una sola partita in più.

Anche questo macro-livello statistico evidenzia, dunque, lacune e problemi che non si vedono spesso nemmeno nel peggiore degli horror. Altro che Shining, insomma, qua siamo a “tre pasti all’anarchia” (cit). Ora, come tifosi non possiamo che continuare a sostenere la squadra nonostante tutto e tutti, facendo sentire a mister Ranieri la nostra stima e la nostra fiducia in lui, sperando che (dobbiamo dirlo) simili abbinamenti tecnico-sportivi non si realizzino più in futuro, perché forse è proprio vero che certi matrimoni, a volte, non s’hanno proprio da fare.

 

Come sarebbe la Roma in versione fumetto?

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

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