Nella terra dei telecronisti selvaggi: da Vanzini a Trevisani, fra sport e show
Nella terra dei telecronisti selvaggi: da Vanzini a Trevisani, fra sport e show
Il peso delle parole e la poesia di una buona telecronaca.
Nell’italica terra in cui, per vedere una semplice gara di Formula 1 o la sua consorella Sprint, capita anche di dover attendere il giorno dopo l’evento per poter vedere una differita in chiaro, cronache e telecronache si fondono spesso all’imponderabile. Dando origine a citazioni mistiche, a proverbiali gufate di livello assai alto.
Dall’epoca d’oro del Motorsport (Gianfranco Mazzoni e il suo “tutto regolare“) fino alla Rai calcistica (dove la partita viene trasmessa persino senza telecronaca), infatti, si sono susseguiti giornalisti e giornalai capaci di emozionarci. Di regalarci, insomma, perle di saggezza che sfuggono allo spazio e al tempo.
Pier il ghepardo e le intro in stile Marvel
Fra i maggiori compositori del panorama calcistico italiano c’è sicuramente Pierluigi Pardo, che con la sua poesia accende ogni gara di campionato e, fino a non molto tempo fa, anche le grandi notti europee. Dall’ormai ex Mediaset Premium fino all’epoca Dazn, Pier non smette di emozionare con le sue parole, col suo cuore, con la sua semantica. Con la sua passione.
L’uomo del “calcio illogico“, il profeta che fa (ipse dixit) “il lavoro più bello del mondo“, il cantore della grandezza sportiva nei massimi derby, l’uomo che ricorda “la Roma sì e il Feye No“. Mentre “sono tre, Manolas, tre a zero Roma” e la voce del mito si fonde a quelle dei tifosi, delle gioie europee, delle rimonte, delle imprese e, ahimè, delle delusioni. Che hanno comunque un altro sapore con lui.
Da Piccinini a Cassano: quando lo show si fa in streaming
Il Ranieri dei cronisti, che rinuncia al meritato ritiro per i grandi palcoscenici europei: fra le migliori giocate di Amazon c’è sicuramente il merito di aver rievocato gli antichi fasti del leggendario Sandro Piccinini. Protagonista di canzoni e parodie, infatti, la voce di Prime Video continua ad emozionare, “proprio lui” che in passato eravamo soliti ascoltare in Serie A. Adesso ci ricorda che in Champions League si può sognare sempre, anche se non gioca la nostra squadra del cuore.
Assieme a lui, del resto, si aggiungono le coppie di videogiochi storici, come il mitico duo firmato da “Bruno Longhi e Giovanni Galli“, che a Fifa 2004 ci “salutavano sempre” (semicit.) con affetto ad ogni match (e talvolta, per qualche bug, estratto un giallo si sentiva lo storico “ed è ancora goal“). C’è chi, probabilmente, pensando a lui torna subito anche all’Inter di Mourinho.
Tolti loro, lo spettacolo si fa piatto e ripetitivo, almeno fuori dal proverbiale schermo televisivo, mentre online (che con Dazn, spesso, manco si vede) ci limitiamo a contemplare i battibecchi fra Vieri e Cassano (non ce ne voglia Bobo goal, certamente il più preparato “nell’ormai fu” gruppo con Ventola and co), o qualche contenuto da influencer in stile Adani, a cui diamo comunque il merito di ravvivare un po’ la noia della nazionale spallettiana (e di sostituire i telecronisti senza voce, all’occorrenza).
I “tolc sciou” Mediaset
Senza ricordare Sportitalia (che dei siparietti comici fra spettatori e conduttori ha fatto format consolidato e ormai famoso in tutto il sud-stivale), vale poi la pena spendere qualche parola (ugualmente ironica) sui post-partita Mediaset, dove gli studi sono spesso abitati da vari Tacchinardi, Sabatini e compagnia bella.
Le perle sarebbero tante ed innumerevoli, ma la più bella in assoluto arriva da un ex Sky, Riccardo Trevisani, che ai tempi della funambolica Roma di Fonseca si lasciò andare ad una serie funesta di conti, ricordando che “se vinci contro le piccole, è Champions sicura“. L’uomo e il mito si riferiva all’incapacità della Roma del “primo portoghese” di avere la meglio negli scontri diretti (ma pure nelle sfide dove non si possono fare infiniti cambi in stile calcetto o in quelle in cui devi per forza registrare i giocatori in rosa).
Come se vincere, peraltro, 26 partite su 38 fosse facile. Insomma, in puro corto muso di Max. Se segni un goal e l’avversario no, allora vinci tu. In assoluto, rimane la mia “perla preferita”, un fiducioso calcolo appioppato ad una Roma chiaramente incapace (come quasi tutte le squadre nelle concretezza dell’atto sportivo) di reggere simili ritmi e statistiche. Fanta-telecronismo.
Conclusioni
Giusto per essere chiari, l’articolo ha fini volutamente ironici, per strappare un sorriso e una riflessione “fake” ai nostri lettori. Rimane comunque il fatto che, apprezzati o meno, non potremmo davvero stare senza i “fuksia” vanziniani o i “mai vicsto cuescsto” di Marc Genè.
Perché le voci fuori campo ti portano in campo.
Perché il suono di quelle voci è importante, è l’eco che prenderà vita nel tuo ricordo di quel momento.
Perché quando sei grande, il bambino che hai dentro, in quelle voci, si identifica e rivive infinite vite.
Perché alla fine è così. Critichiamo soltanto ciò di cui, in realtà, siamo perdutamente innamorati.
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Citazioni storiche che fanno venire brividi, lacrime e sorrisi. La maggior parte dei lettori non era nemmeno nata, ma abbiamo assistito a telecronache fantastiche in passato del buon Bruno Pizzul. Voce stra storica… Sempre per i meno vecchi, cito anche Sandro Ciotti… Commovente e storico il messaggio di chiusura della sua ultima telecronaca.
Grazie Ale per le tue “capatine” a 360° nel mondo dello sport!