27 Gennaio, Giornata della Memoria: parole e poesia per non dimenticare

27 Gennaio, Giornata della Memoria: parole e poesia per non dimenticare

di 28 Gennaio 2025

GIUDIZIO DIVINO

Il sibilo di una bomba

sostituisce il gallo, afflitto,

scossato, tormentato

da un mondo

che non gli appartiene.

Inizia così una giornata

in cui tutto sembra buio,

sperando forse di morire.

Sì, perché, a volte,

la morte corporale

è l’unico modo che ci consente

di fuggire dal Male eterno

della guerra.

Ed è proprio quando

a bussare alla porta

è il tuo vicino ferito,

o il tuo amico morente,

che decidi di fare qualcosa,

qualunque cosa per fermare

l’Inferno.

Ti arruoli in milizie di soldati

che lottano per il Bene,

anche se la linea di confine

fra Paradiso e Purgatorio

è tanto sottile da confondersi

al nebbioso orizzonte.

Tutti pensano di far Bene,

tu lo speri,

e preghi affinché il tuo Spirito

non subisca la morte dell’Anima,

la peggior pena eterna,

solamente per aver tentato

di fare la cosa Giusta…


AUSCHWITZ

Cenere densa

su cuori di pietra,

rantoli di buio

su anime esauste,

nevicata estiva.


25 APRILE SULL’ASSE ROMA-BERLINO

Binari ingiusti

morti di umili rottami

figli d’un demone maledetto

che ha lacerato innocenti

martiri di guerra.

Sulla tratta stanca

una crociata dimenticata

una barbarie di sgomento

una frenesia di sangue

per un corpulento

vortice di sputi.

Burattinai sfasciacarrozze

complici di silenzio

il capotreno fischia il disonore

che uccide involontari colpevoli

del famelico mattatoio

che vive di morte

e muore di vita

dall’ultimo viaggio

alla liberazione.


L’ULTIMA FRONTIERA

In un rosso campo dapprima

solo d’amorevoli grida macchiato,

una bandiera issata

ed un’oscena razza mai così in basso.

Non più ideali guidano

il tortuoso umano cammino,

è posto un fossato a dividerci

da quelli che una volta

erano amici, fratelli;

oggi sono solo pedine,

vittime sacrificali che scontano

ignare le pene per l’ingordigia

dei loro padroni.

Vagante in un morboso

cimitero di gelati amori,

appassisco al repentino sfiorire

d’anime d’eterno vinte.

Con la coscienza sporca

quanto il sangue

sulle tue logore vesti,

speri anche tu di sopravvivere,

ma vivo più non sei.

E’ la consapevolezza che rende

così amaro il dolore,

perché l’unico a non soffrire

è colui che chiude gli occhi

dinanzi a tanto orrore,

la distanza è solo apparenza.

Non più papaveri ad inebriare i campi,

acre, pungente, un odore saturo di rammarico

pervade le mie dolenti spoglie.

Fra invisibili soldati,

sempre più innocenti s’involano

nell’Infinito azzurro; è il ricordo

d’un gracile bimbo con una granata

più doloroso delle torture patite.

Continuano in patria i reduci

la loro battaglia.

Quella Mietitrice a cui scampasti

continua decisa l’inseguimento,

rendendo eterna la tua vana fuga.

Il male riprende da dove

inetti superficiali lo credono concluso,

perché quel confine

che vegetando oltrepassi

è ancora più concreto del nulla finale;

non sarà la morte ad ucciderti,

ma quell’ultima lacrimata frontiera

che concedendoti di tornare

ti condanna ad una vita vuota

a cui solo una grigia lapide

porterà il refrigerio della consolazione.

Tu sei vivo ed io no;

io sono morto e tu no.


BOLLE DI SAPONE

Siamo bolle di sapone

precariamente avvolte

da una sfera di vetro

su cui tutto scivola

e nulla è amato.

 

Tutte le poesie sono di @aletasso21

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

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