Roma, altra caduta: Abraham ci punisce, il Milan comanda
Roma, altra caduta: Abraham ci punisce, il Milan comanda
Un inizio difficile già scritto
Già dalla telecronaca di Trevisani si intuiva che non sarebbe stata una giornata facile.
Il classico goal dell’ex – anzi, gli ennesimi – arriva puntuale come le tasse, la morte e qualche errore strategico del muretto Ferrari. Dopo Zaniolo, Lukaku & Co., a una giornata di distanza dal super gol di Spinazzola contro il Napoli, questa volta è Tammy Abraham a colpire. E lo fa addirittura due volte. Due volte!
Milan versione lusitana, Roma sprecona
Mentre il Milan completa ogni giorno la sua trasformazione in una nazionale portoghese, la Roma gioca un primo tempo combattivo ma impreciso. Tanti tiri, una traversa di Pisilli, ma poca sostanza sotto porta.
E come sempre accade, se sbagli, subisci.
Da una parte, Roma e Milan si affidano entrambe a due terzini di livello come Angelino e Walker, quasi all’altezza di Theo e Dimarco. Dall’altra, il rientro di Celik coincide con due gol subiti in un tempo: un déjà-vu già visto ai tempi di Mourinho, quando gli errori del turco erano già proverbiali, ma il “posto fisso” alla Checco Zalone non glielo toglie tutt’ora nessuno.
Shomurodov, cuore e corsa
Un plauso a Eldor Shomurodov, che da ShomuroGOL è tornato semplicemente Shomurodov, ma non smette di provarci. Corre, spinge, ci mette grinta. Poi arrivano anche i complimenti di Ranieri quasi ad ogni match. Io lo apprezzo. Così come bisogna dar credito anche (talvolta) alla grinta di Kone. Dybala, invece, oggi non brilla (come tanti altri), ma pure Paulo non può essere messo certo in discussione.
Telecronache ipnotiche e difesa in confusione
Suggestiva la telecronaca del profeta di Mediaset, con il continuo gioco tra Gimenez e Jimenez, quasi al livello del celebre “Cristiano” di Pardo per indicare la leggenda mondiale CR7 ridotta ad un nome simil-religioso. Ci sta, è tutto fantastico.
Ma sul campo la situazione è chiara: la Roma concede vuoti clamorosi in difesa, troppi buchi e confusione generale. Il fuorigioco non può sempre salvarci.
Gol, VAR e debutti vincenti (degli altri)
Negli ultimi tempi Reijnders segna praticamente in ogni partita (e spesso in ogni porta), ma il VAR questa volta lo salva.
E come da copione, subiamo il gol di un altro esordiente di lusso. Anche João Félix trova la sua prima rete contro di noi. Un classico Disney. Da far concorrenza a Biancaneve e Il Re Leone.
Illusione e dominio rossonero
Eppure, nel primo tempo avremmo anche meritato il pareggio.
Ma alla lunga, per proseguire la metafora, cadiamo di nuovo e fatichiamo persino a rialzarci. Il Milan accelera e rallenta a piacimento, concedendo qualche sbandamento solo dopo il nostro gol e quello annullato. Uno smarrimento che dura poco.
Alla fine, fanno quello che vogliono: Conceição azzecca i cambi, noi no. Saelemaekers non entra in partita ed esce troppo tardi. Pellegrini si fa vedere giusto per perdere palloni. Se (alcun)i giocatori entrano con questo atteggiamento, forse è meglio che non entrino affatto.
Dovbyk illude, ma il Milan detta legge
A conti fatti, Dovbyk ha provato a regalare un’illusione nello scontro tra cannonieri con Abraham sul 3-3 personale, ma è solo un’illusione. La classifica marcatori ora rimarrà soltanto virtuale.
E ora? Non ci resta che piangere
Peccato. La Coppa Italia poteva regalarci emozioni e salvare una stagione finora mediocre. Ora, cosa ci resta? Forse, non ci resta che piangere.
Nella settimana prima di Sanremo, il Milan ce le suona di santa ragione.
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About the Author: Alessandro Tassinari
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