Santo Giménez: la chiave per riportare il Diavolo in Paradiso

Santo Giménez: la chiave per riportare il Diavolo in Paradiso

di 8 Febbraio 2025

Da Santi(ago) a Santo (subito), dal Messico all’Olanda e poi dal Feyenoord al Milan; quella dell’attaccante rosso-nero Giménez è una parabola ascendente che, almeno fin qui, ha realizzato il curioso paradosso di aver portato il “Diavolo” al settimo cielo.


Milan: un avvio di stagione incerto

Dopo aver cominciato il campionato affidandosi al primo dei portoghesi stagionali, Paulo Fonseca, l’annata del Milan pareva ricordare tanto quella di un altro club preso in mano da un altro ex Roma, il Napoli di Rudi Garcia.

Quello che poteva essere e non è stato, a metà stagione Zlatan e gli altri dirigenti avevano l’obbligo di impedire che simili rimpianti si insinuassero (ancora di più) tra le pieghe del tifo milanese. Infatti, proprio come il Napoli (allora) campione d’Italia, non si può certo dire che il Milan fosse privo di materiale umano su cui costruire progetti e futuro.


La scommessa su Fonseca

La scelta di puntare su Fonseca, però, è apparsa fin da subito come una scommessa difficile da vincere, con pochi (pochissimi) risultati di prestigio (tra cui il derby vinto e il successo esterno sul Real Madrid di Carlo Ancelotti) che giustificassero la conferma del manager. Anche esonerare un allenatore a ottobre, tuttavia, non è quasi mai una buona idea (la Roma lo conferma) e si prosegue con Fonseca.


I problemi dentro e fuori dal campo

Oltre ai risultati, però, sono anche i malumori dentro e fuori dal campo che fanno storcere il naso non solo all’osservatore più scettico, ma anche al tifoso più accanito. Nel mentre, alcune scelte di mercato continuano a non convincere: il Milan non raccoglie quanto semina e non semina quanto dovrebbe.


La rivoluzione di gennaio

A gennaio la rivoluzione è inevitabile, con un dentro e fuori da “all in” per una squadra che saluta Calabria, Bennacer, Okafor e Morata. Proprio le mancate prestazioni dello spagnolo fanno scattare l’ennesimo campanello d’allarme per un reparto offensivo a cui manca un attaccante di riferimento ormai da diverso tempo.


Da Santi(ago) a Santo (subito), dal Messico all’Olanda e poi dal Feyenoord al Milan; quella dell’attaccante rosso-nero Giménez è una parabola ascendente che, almeno fin qui, ha realizzato il curioso paradosso di aver portato il “Diavolo” al settimo cielo.


L’arrivo di Giménez e Joao Felix

Negli anni, infatti, il Milan ha avuto fortune alterne con gli attaccanti in rosa ed è per questo che, oltre a Walker, Bondo e Sottil, i rosso-neri si assicurano i servigi di Joao Felix e, soprattutto, Santiago Giménez. Le aspettative sono, ovviamente, altissime e la prima occasione di mettersi in mostra arriva durante l’incrocio di Coppa Italia contro la Roma, con cui anche l’ex Tammy Abraham avrà voglia di mettersi in luce.


L’esordio decisivo

Infatti, l’inglese trova “l’inevitabile” doppietta personale (su doppio assist di Theo), ma la sua rivalsa non mette in ombra l’esordio dei compagni: Giménez veste i panni di uomo assist, per l’altro acquisto di gennaio, Joao Felix, che batte Svilar con un pallonetto delizioso. Già questo basterebbe a giustificare il perché della scommessa rosso-nera, col divino Zlatan che aveva indicato proprio in Santiago il suo (non propriamente omonimo) successore.


Giménez si sblocca in campionato

Di Zlatan ne esiste uno solo, ma appena tre giorni dopo Giménez “ci casca” di nuovo, subentrando al 46° minuto di una partita che vede il Milan giocare in 10 contro 11 con l’Empoli (che presto, però, pareggerà i conti per quanto riguarda espulsioni). In una partita sotto il segno di Pulisic, segnano prima Leao e poi “proprio lui” (cit), quel Giménez che da “Santi” diventa “Santo” e porta il Milan in alto, almeno momentaneamente.


La crescita del Milan e l’impatto del nuovo attaccante

Il Milan, in effetti, avanza in tutti i sensi. In campionato, in attesa della sfida fra Lecce e Bologna, supera la squadra emiliana agguantando l’ultima casella per l’Europa minore, ma sale anche di morale, col goal della sua stella perennemente attesa (Leao) e con l’altra rete del giocatore più (in)discusso degli ultimi giorni.


Le caratteristiche di Giménez

L’ex Feyenoord, in effetti, ha molte caratteristiche tecniche che lo rendono uno degli attaccanti più “chiacchierabili” del momento. Centravanti mobile, bravo sia nel gioco aereo che in quello di profondità, è rapido e preciso a calciare di prima intenzione e, nonostante un potente sinistro, non disdegna anche di affidarsi al destro.


Numeri e statistiche

Dopo aver esordito nelle giovanili del Cruz Azul, si conferma prolifico anche in prima squadra, dove realizza 20 marcature su 88 partite di campionato. Successivamente, il passaggio al Feyenoord, dove si conferma su ottimi numeri, che parlano di 45 goal in 73 presenze. Al Milan, per ora, conta 1 goal in 1 incontro di campionato (con un assist nel match di Coppa Italia). In Nazionale ha segnato 4 goal e ha vinto una Gold Cup nel 2023, dopo aver sfiorato due volte il titolo in CONCACAF Nations League (argento e bronzo).

In sintesi:

  • Centravanti mobile, abile sia nel gioco aereo che in quello di profondità.
  • Rapido e preciso nel tiro di prima intenzione.
  • Pur avendo un sinistro potente, sa usare anche il destro.

I numeri (di campionato) parlano per lui:

  • Cruz Azul: 20 goal in 88 partite di campionato.
  • Feyenoord: 45 goal in 73 presenze.
  • Milan: 1 goal in 1 partita di campionato.
  • Messico: 4 goal e una Gold Cup vinta nel 2023.

Da Santi(ago) a Santo (subito), dal Messico all’Olanda e poi dal Feyenoord al Milan; quella dell’attaccante rosso-nero Giménez è una parabola ascendente che, almeno fin qui, ha realizzato il curioso paradosso di aver portato il “Diavolo” al settimo cielo.


L’ambizione e il futuro di Giménez

Adesso, dopo aver alzato l’asticella delle proprie performance ad ogni stagione, l’ambizione è quella di confermarsi ad alti livelli anche in un club con la storia del Milan, dove tifosi e dirigenti (ma anche fanta-allenatori) si aspettano molto da lui.


Un nuovo simbolo per i tifosi?

Cosa riserverà il futuro al neo-acquisto rosso-nero è presto per dirlo, ma le premesse (le premesse, le promesse e le prime conferme) sono tutt’altro che negative. Lunga vita a Santi, dunque, che con queste sue prime “apparizioni” pare aver già riacceso la fede di molti tifosi, credenti o meno, che adesso capiscono davvero il significato della “Madonnina” e di quella croce che, in una stagione di sofferenze come questa, hanno dovuto portare fino all’avvento del “Santo” salvatore.

E allora, Santo Giménez, libera ogni tifoso dal male del non-goal. Noi altri, curiosi, resteremo a guardare.

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

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