“Sou Lè” mani per Soulè: una Perla dell’argentino regala i tre punti alla Roma
“Sou Lè” mani per Soulè: una Perla dell’argentino regala i tre punti alla Roma
Era stato pagato e amato, atteso e idolatrato, giustamente criticato. Dopo mesi difficili, Matías Soulé risponde presente alla chiamata di Mister Ranieri, che decide di dargli fiducia schierandolo dal primo minuto in un match fortemente segnato da un deciso turnover con vista sull’Europa League. Ma andiamo con ordine per scoprire cosa è successo domenica sera.
Fra serietà e ironia: Noemi, gioiello giallorosso
Tolto Dybala, che è gioia di nome e di fatto, la Roma ha trovato un’altra luce nel proprio gioco, una squadra che non dipende solo dai singoli ma che sa reinventarsi anche nelle difficoltà. La crescita di Soulé e il lavoro di Ranieri stanno dando i primi frutti. Ma la luce non è l’altro argentino, no, chi illumina i nostri colori porta in alto la Roma con la sua voce.
Nella settimana di Sanremo, infatti, la sfegatata Noemi ha fatto parlare tanto di sé quanto del suo tifo, malgrado una programmazione oraria che non la premia affatto. Infatti, la fanno cantare sempre mentre gioca la Roma. Che ingiustizia: prima a Sanremo, durante Porto-Roma (iconico lo spettatore dell’Ariston che le grida “Ha segnato Celik!”), poi per Parma-Roma, mentre la cantante è impegnata a Domenica In post-Sanremo.
ShoWmurodov, l’azione del gol nasce (di nuovo) dall’uzbeko
“Sou Lè mani” per Soulé, sì, ma pure un pazzesco Shomurodov: è uno Show-murodov l’assist che porta al rosso per il difensore del Parma. L’uzbeko inventa un tracciante nell’area degli avversari che è pura poesia. Inizialmente viene assegnato un rigore, poi corretto in punizione dal VAR, ma con rosso per fallo da ultimo uomo.
Succede di tutto
Roma e Parma spingono a momenti alterni e, per noi, nessuna trasferta è mai banale. Mai. Come è vero che “Mai sola mai” è la nostra Roma. Sulla punizione guadagnata con l’asse Eldor-Matías, l’argentino dipinge una pennellata delicatissima e precisa, che non lascia scampo al portiere Suzuki.
Suzuki, però, si trasforma in una Ferrari nel corso del match, con alcuni salvataggi pazzeschi. Da Suzuki a Ferrari è un attimo: evita il gol giallorosso sulla linea. Incredibile che riflessi!
Giochi di parole
Salah-Eddine, nuovo terzino giallorosso, potrebbe oggi passare alla cronaca più per goliardia che per altro. Infatti, pensandoci (non troppo) bene, il giocatore sembra portare il nome di due ex attaccanti della Roma: Salah ed (Edin) Džeko. Si fa per ridere un po’.
Grazie, Sir Claudio
Per concludere, torniamo serie un secondo e torniamo a quel 10 novembre 2024, giorno in cui la Roma, la nostra Roma (che solo fino a un anno fa si giocava la sua seconda finale europea consecutiva), si trovava in una posizione ben più che drammatica in classifica: 13 punti in 12 giornate, terz’ultimo posto e zona retrocessione a un passo. Uno scenario che nemmeno il più sciagurato duo Ventura-Tavecchio avrebbe mai potuto scaramanticamente prevedere.
Poi, però, come abbiamo sottolineato in altri recenti articoli, è cambiato qualcosa: è arrivato Claudio Ranieri, per quella che ad oggi rimane una delle poche (pochissime) scelte felici della dirigenza giallorossa annata 24/25. Da allora, da quel giorno, mentre Ghisolfi continua a rilasciare dichiarazioni talvolta al limite del grottesco, si contano 24 punti in 13 partite, di cui 21 nelle ultime 9. Numeri da zona Champions League, numeri che parlano da soli, che parlano di Sir Claudio Ranieri.
Eppure, nonostante i risultati, c’è ancora chi critica il Mister. Certo, il brusco calendario di fine anno potrà anche intromettersi nel nostro cammino, ma il problema non è questo, il problema sono quei tifosi che muovono un altro tipo di critiche. Le stesse critiche mosse al titolatissimo Mourinho. Quelli che dicono che “bisogna giocare bene”, che “vincere 1-0 non basta”, che bisogna dare spettacolo e segnare quattro gol a tutti. Perché Allegri non capisce di calcio, Mourinho non capisce di calcio, Ranieri non capisce di calcio. Secondo loro. Con qualcuno che, talvolta, preferiva De Rossi a Sir Claudio.
Ma la verità è un’altra: Claudio Ranieri va solo ringraziato, applaudito, a tratti persino santificato. Senza di lui, questa squadra sarebbe rimasta nel baratro. Un baratro in cui ancora, da romanisti convinti, ci sentiamo d’essere, ma soltanto a causa di ciò che è stato e che complica doppiamente il lavoro del nostro attuale (grazie al cielo) mister.
Più che criticarlo, però, è doveroso rispetto per un allenatore che, nel momento di bisogno, ha dimostrato di mettere sempre la Roma al primo posto, anche prima di se stesso. Perché, ancora una volta: tutto passa, la Roma resta. E questo, il nostro attuale Mister, lo sa benissimo.
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About the Author: Alessandro Tassinari
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