“Lacrime di pioggia” di Antonello Venditti: un dialogo con la grande poesia italiana

“Lacrime di pioggia” di Antonello Venditti: un dialogo con la grande poesia italiana

di 27 Febbraio 2025

Lacrime di pioggia” di Antonello Venditti è un brano denso di emozioni e immagini evocative, che si inserisce in una lunga tradizione letteraria italiana, almeno nell’ottica dell’analisi suggestiva che stiamo per tentare qui, rievocando temi e simboli cari alla poesia di Leopardi, Montale, D’Annunzio e Ungaretti.

Attraverso il testo, Venditti ci offre un’intima riflessione sulla memoria, sulla perdita e sull’amore che sopravvive al tempo, con un linguaggio che sembra riecheggiare i grandi poeti del passato.


La finestra di Leopardi: uno sguardo sul mondo

Il brano si apre con un’immagine malinconica: “Il tuo ricordo mi parla / Dalla mia finestra / Io guardo il mondo che passa“. Questa scena richiama immediatamente Giacomo Leopardi, che nelle sue poesie spesso osserva la vita dall’interno di una stanza o da un punto rialzato, come nel celebre “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” o dalla prospettiva di una “finestra” aperta sull’infinito e sullo Zibaldone.

L’idea di una finestra da cui si contempla il mondo, senza però esserne pienamente parte, richiama la sua concezione pessimistica della vita, in cui l’individuo è spettatore di un’esistenza che scorre inesorabile.


Montale e l’orto che separa dal mondo

Quando Venditti canta “Io guardo il mondo che passa“, sembra riecheggiare anche Eugenio Montale, in particolare il celebre “Meriggiare pallido e assorto“, dove il poeta descrive un muro che separa l’osservatore dalla realtà, rendendolo un estraneo alla vita che continua oltre.

Anche in “Lacrime di pioggia” c’è questa sensazione di distanza, come se il protagonista fosse prigioniero di un ricordo che lo trattiene nel passato, incapace di agire nel presente.


La pioggia di D’Annunzio: natura e malinconia

Il titolo stesso del brano richiama Gabriele D’Annunzio, in particolare “La pioggia nel pineto“, dove la pioggia assume un valore quasi magico, trasformando la natura in un’esperienza sensoriale avvolgente. In Venditti, invece, la pioggia è legata alle lacrime e al ricordo, evocando la malinconia e il dolore della perdita.

Tuttavia, la pioggia rimane un elemento simbolico potente, che unisce il mondo interiore del protagonista con l’esterno, quasi come se il pianto della natura rispecchiasse quello dell’anima.


Saffo e il potere dell’amore che accarezza

Un’altra immagine fortemente poetica è quella delle mani che accarezzano: “Nei suoi pensieri io vivrò / Con le sue mani ti accarezzerò“. Questo richiama la poesia di Saffo, la poetessa greca dell’amore e del desiderio, che spesso descrive il tocco come un atto di tenerezza e di connessione profonda.

L’amore che sopravvive oltre la morte e si manifesta in gesti semplici ma carichi di significato è un tema eterno della poesia amorosa.


Ungaretti e la vita come lotta da stringere forte

Infine, il verso “Stringila forte quando avrà paura“, con la sua urgenza emotiva, sembra richiamare Giuseppe Ungaretti, il poeta della guerra e della fragilità umana. Ungaretti, in trincea, afferrava la vita con versi brevi ed essenziali, come in “M’illumino d’immenso“.

La stessa idea di aggrapparsi all’esistenza con forza, nonostante il dolore e la paura, risuona in “Lacrime di pioggia“, dove l’amore diventa un’ancora di salvezza.


Conclusione: una canzone che diventa poesia

Per quanto questa rapida analisi rappresenti più una suggestione romantica che un dato di fatto confermato dall’autore, Venditti, con “Lacrime di pioggia“, costruisce un testo che dialoga in modo sottile con la grande poesia italiana e non solo.

La canzone diventa così una meditazione sull’amore, sul ricordo e sulla presenza dell’assenza, temi eterni che ritroviamo nei versi dei poeti di ogni epoca.

La musica e la poesia si intrecciano, dimostrando come le grandi immagini letterarie possano trovare nuova vita nelle canzoni, continuando a emozionare e a far riflettere. Che sia una scelta consapevole, o meno.

 

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

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