Da Juric a Thiago Motta: le dichiarazioni più assurde degli allenatori di Serie A 2024/25

Da Juric a Thiago Motta: le dichiarazioni più assurde degli allenatori di Serie A 2024/25

di 5 Marzo 2025

Le dichiarazioni più assurde della Serie A 2024/25: quando gli allenatori spengono il cervello (ma non il microfono)

“Se nessuno legge questo articolo, smetto per sempre di scrivere e mi do alle bocce!” (La malizia, si badi, sta negli occhi di chi guarda o, in questo caso, di chi legge).

Potrebbe sembrare soltanto una libera rivisitazione delle tante “shish shock” a cui la politica nostrana ci ha abituati. Potrebbe sembrarlo, ma è molto di più. È la prova che le “sparate iperboliche” non sono un’esclusiva del Parlamento, ma anzi, trovano un palcoscenico d’eccellenza anche nei campi di Serie A!

In particolare, le conferenze stampa del nostro campionato regalano ogni anno vere e proprie perle tragicomiche, tra dichiarazioni inspiegabili, autodistruttive o semplicemente folli. Dai leggendari alibi di Mazzarri (“Mezza squadra aveva la febbre e uno ha giocato con la diarrea”) alle epiche liti con gli opinionisti in tv (chi ha detto “dissing Allegri-Adani”?), il campionato italiano è sempre una miniera d’oro per gli amanti del trash calcistico.

E anche in questa stagione non siamo rimasti delusi.


Juric, ovvero l’elogio della mediocrità

Sarò di parte, ma il primo tragico nome che mi viene in mente è sicuramente quello di Ivan Juric. Mentre Ranieri con lo stesso materiale umano ha portato la Roma a ritmo Champions, il tecnico croato non sapeva davvero da che parte farsi—né tatticamente, né davanti ai microfoni.

Le sue dichiarazioni spaziano dal surreale all’autolesionismo, ma uno dei suoi capolavori arriva dopo una sconfitta con l’Inter:

“Un peccato perdere, era da tempo che la Roma non giocava così bene contro l’Inter.”

Ah beh, basta questo per festeggiare!

Ma il vero highlight arriva al suo esonero, quando sbarca in Premier al Southampton e si presenta con un’autocertificazione che ha dell’incredibile:

“Se mi dai un giocatore da cinque, dopo un anno te lo porto a otto.”

Spoiler: sono rimasti tutti a tre.

Ma ricordiamo anche:

“Cristante ha un’intelligenza fuori dal normale”

“Ho lavorato molto con Gasperini, il mio gioco sembra quello dell’Atalanta”.

Ambè!


Vanoli e il fiasco da posare

Chi difende Juric? Nessuno sano di mente. A parte Paolo Vanoli. L’allenatore del Torino, malgrado il disastroso passaggio del croato sulla panchina giallorossa, sorprende tutti con questa perla:

“Juric ha fatto un ottimo lavoro.”

Mah… ed eccomi qua signor giudice, non ho altre domande.


Thiago Motta, l’allenatore più umile del mondo (secondo lui stesso)

Thiago Motta è uno di quegli allenatori che, prima di prendere una squadra, parlano di umiltà e sacrificio, poi appena arriva un microfono fanno autoproclamazioni degne di Napoleone.

“Se avessi dei figli, vorrei che avessero un allenatore onesto e diretto come me.”

Oh, grazie maestro!

E il bello è che l’anno scorso diceva:

“Lotteremo per la salvezza.”

Il suo Bologna stava già correndo verso la Champions. Un genio del bluff.

Ma non finisce qui… Fra elogi auto-indetti e tentativi di azzardi tattici non sempre azzeccati (anzi), proprio l’italo-brasiliano preso per sostituire il pragmatismo poco entusiasmante di Allegri, inizia in qualche modo a completare la sua trasformazione in Max:

“Il calcio è semplice, ci sono 11 che attaccano e 11 che difendono”.

Inizi davvero a ricordarci qualcuno… Max sei tu?


Inzaghi e il mistero della bestemmia di Lautaro

“Lautaro? Non gli ho mai sentito dire una parolaccia.”

Una frase che fa ridere più della presunta bestemmia stessa. Soprattutto perché l’audio incriminato era stato prima dichiarato “inesistente” e poi, magicamente, recuperato. Beato chi ci crede.


Conceição: sereno come un tornado

L’allenatore del Milan si distingue per pacatezza e spirito zen, sì… come un orso che si è appena svegliato dal letargo e ha fame.

Dopo l’ennesima sconfitta particolarmente bruciante, si presenta così:

“Se non servo più, prendo le valigie e vado via.”

Sì, ma calmati bro.


L’immancabile Maestro Giampaolo e la coerenza… ballerina

Solo poche settimane fa era sicuro:

“Se avessi avuto il VAR in passato, avrei vinto di più.”

Poi, dopo un rigore contro il suo Lecce:

“Non è mai rigore! Decisione da arresto. Perché la chiamata del VAR?”

E niente, sempre una certezza. Semplicemente il Maestro. Solo “Cuoricini” per lui.


Gasperini e la dolcezza di un mattone

Una perla recente arriva da Gasperini dopo un rigore sbagliato da Lookman in Champions:

“Lookman non doveva calciare il rigore, è uno dei peggiori rigoristi che abbia mai visto. Però era euforico, e c’è stato questo episodio.”

Diciamo che gli mancava solo di dirgli che lo avrebbe mandato in miniera. Risultato? Lookman ci è rimasto malissimo.


Conte vs De Laurentiis: dissing epico

Antonio Conte, campione mondiale di sfuriate, si lamenta del mercato del Napoli:

“A gennaio non è stato fatto niente.”

De Laurentiis risponde con la consueta finezza:

“Era un mercato di riparazione, ma cosa dovevo riparare? Siamo primi!”

La chiusura, ovviamente, è del solito elegantissimo Antonio (in altre circostanze, ma mi piace immaginarlo qui):

“Applaudi sto ca**o!”

Sipario.


Vieira: l’anti-eroe di cui (non) avevamo bisogno

Un altro eroe di questa stagione è Patrick Vieira, che diventa allenatore del Genoa dopo l’esonero di Gilardino. Il dettaglio tragicomico? Balotelli era stato acquistato proprio per accontentare l’ex tecnico, ma tra lui e Vieira non è mai corso buon sangue.

In passato, il francese lo aveva accusato di “non essere un giocatore adatto a uno sport di squadra”, ma ora assicura che “è tutto a posto”. Peccato che i fatti lo smentiscano: tra panchine infinite e minutaggio ridotto all’osso, sembra proprio che Vieira credesse più alla sua prima affermazione.


Fonseca: non dategli rigori a favore

Poi ci sono i casi esemplari, come quello di Paulo Fonseca, protagonista di un episodio surreale in Milan-Fiorentina: i suoi rigoristi designati vengono completamente ignorati. Due volte. Nel primo e nel secondo tempo.

E meno male che, a fine primo tempo, aveva assicurato di aver chiarito tutto con la squadra. Figurati se non lo avesse fatto…

D’altronde, parliamo dell’uomo dei sei cambi e delle due sconfitte a tavolino in due anni con la Roma. E per non farsi mancare nulla, firma un altro capolavoro nel suo ultimo giorno sulla panchina del Milan alle 23:17 dichiara:

“Mi sento solido sulla panchina”. Alle 00:02 viene esonerato.

Chapeau.


Fabregas e le partite da multiverso

Dopo una sconfitta con la Roma, Cesc Fabregas—allenatore del Como—sfodera una dichiarazione degna di un film di Christopher Nolan:

“Abbiamo vinto noi, ma i tre punti vanno alla Roma.”

Sì, Cesc, certo. Ora torna nel tuo universo parallelo. Roba da Marvel, o da Mazzarri.


Ranieri e la nomination speciale per la gufata del secolo

Anche Sir Claudio (strano ma vero) ci regala una perla. Dopo un Milan-Roma in Coppa Italia, si complimenta con il tecnico rossonero:

“Ha sistemato questa squadra.”

Risultato? Tre settimane dopo il Milan è nono in classifica e fuori dalla Champions già a febbraio.

Ranieri, re degli allenatori, ma soprattutto… Re del malocchio. Una volta tanto, sbaglia anche lui!


Quando a parlare sono i fatti (e il Monza si esonera da solo)

A volte succede, a volte le parole non servono e… a parlare sono i fatti. Caso scuola: il Monza esonera Nesta, prende Bocchetti, poi riassume Nesta. Bocchetti era solo una pausa caffè. Non servono effettivamente parole, perché non ce ne sono affatto.

Altro caso esemplare: Zanetti, allenatore del Verona. Perde quasi tutte le partite, batte solo la Roma di Juric (tanto per cambiare) e nessuno lo esonera. Perché? Nessuno, probabilmente, sa che è ancora lì. Perché se non parli, la gente si dimentica di te. “Se non sai di averlo, non puoi esonerarlo” (semicit con annesso meme). Zanetti insegnaci la vita.


Potevamo fare di meglio? Sicuro. Ma anche gli allenatori davanti ai microfoni!

Ma in fondo, è bello (bellissimo) così! Altrimenti sai che noia.

Ora però ci fermiamo, perché, citando il maestro Mazzarri:

“Si gioca ogni tre giorni. Anche i giornalisti venuti con noi erano stanchi, figurarsi i giocatori.”

E siamo stanchi anche noi!

Ma è tutto qui? Ovviamente no! Restate con noi per sapere cosa ci riserverà il futuro, cosa avranno da dire gli allenatori di A e cosa diremo noi, perché una cosa è certa:

“Io non mollo. Cosa vuol dire che mollo? Non sono mollo!”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

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