Totti sicuro: “I migliori al mondo sono due, Mourinho e Ancelotti”

Totti sicuro: “I migliori al mondo sono due, Mourinho e Ancelotti”

di 12 Aprile 2025

Il futuro della Roma passa da una dichiarazione pesante come una sentenza


Parla Totti, parla Roma

Quando parla Francesco Totti, non è mai una dichiarazione come le altre. È Roma che prende voce. E anche questa volta, il Capitano ha lasciato un segno profondo nel dibattito sul futuro della panchina giallorossa, con poche parole dense di significato e impliciti:

“I due migliori allenatori al mondo sono Mourinho e Ancelotti”.

Una frase chiara, netta, senza diplomazia. E un suggerimento nemmeno troppo velato alla società. La Roma, se vuole tornare grande, ha bisogno di una guida di statura mondiale. E Totti ha già indicato la via.


Mourinho, il gigante ingombrante

José Mourinho è stato più di un semplice allenatore per la Roma. È stato un riferimento emotivo, identitario, quasi ideologico. Amato visceralmente da una parte della tifoseria, temuto (e a volte odiato) da chi non sopportava la sua presenza troppo ingombrante. Ma come scriveva un tifoso (ovvero “come scrivevo”) in una lettera nemmeno troppo “lontana”:

“Un uomo da solo mi aveva ridato la gioia di seguire uno sport troppo spesso disgustoso, mi aveva fatto ricordare perché si amano certi colori”.

Due finali europee in due anni. Una Conference vinta che ancora brucia nella mente di chi la vorrebbe sminuire, e una finale di Europa League rubata da un arbitraggio vergognoso. Mourinho ha fatto tutto questo con una squadra definita “costruita a metà fin dall’inizio”, senza mai far mancare il suo impegno, la sua voce, la sua presenza totale.

Totti sicuro: “I migliori al mondo sono due, Mourinho e Ancelotti”


L’amarezza che resta

Il suo esonero, a metà stagione, è stato vissuto come uno strappo. Una follia di metà inverno – come l’ha definita “quel tifoso” – che ha lasciato un vuoto nell’anima giallorossa. Totti oggi lo conferma: Mourinho è uno dei migliori al mondo, punto.

E se ora è così facile criticare il portoghese, è perché spesso ci si dimentica di ciò che ha rappresentato.
Come nei Cesaroni, serie cult romanista per eccellenza, quando Antonello Fassari – scomparso da pochi giorni – diceva con malinconia: “Che amarezza”. Così si conclude quella lettera. Una battuta diventata oggi perfetta sintesi di questo addio forzato, che lascia ancora l’amaro in bocca.


E Ancelotti? Il sogno impossibile

Totti ha aggiunto anche un’altra verità, con la sua solita franchezza:

“Servirebbe Ancelotti, ma tanto non verrà”.

Carlo Ancelotti, romano, ex giocatore giallorosso, è il sogno inconfessabile di ogni romanista. Ma è probabilmente troppo impegnato, troppo vincente, troppo altrove. Eppure, sentirlo dire da Totti ha acceso un riflettore su una suggestione rimasta sempre sullo sfondo.

Totti sicuro: “I migliori al mondo sono due, Mourinho e Ancelotti”


Serve un’identità, non solo un nome

In tutto questo, ciò che emerge è la necessità di un’identità forte. Mourinho l’aveva data, e ora va ricostruita. Magari con un altro profilo internazionale. Magari senza fare come fatto con De Rossi, che oltre alle sue personali difficoltà legate ad inesperienza e dirigenza assente, non ha forse saputo reggere nemmeno il peso di una panchina ereditata tra le ombre del sospetto.

Perché, come dice quella lettera così sincera e disperata:

“Io amo Daniele, ma temo lo stiano usando come scudo umano”.


Il futuro è adesso

La Roma è a un bivio. Totti ha parlato, Mourinho ha lasciato il segno, Ancelotti è il sogno. Ma serve una scelta. Lucida, coraggiosa, ambiziosa.
Per puntare sempre più in alto e non dover dire, ancora una volta, “che amarezza” (almeno in ambito calcistico). Antonello, alias Cesare Cesaroni, ci piace ricordarlo associando le sue proverbiali sentenze in momenti ben più lieti per i suoi (i nostri) amati colori.

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

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