È morto Papa Francesco: tra sacro e profano, il Papa del Popolo e del Pallone
È morto Papa Francesco: tra sacro e profano, il Papa del Popolo e del Pallone
L’annuncio e il giorno del dolore
L’annuncio è stato dato dal cardinale Farrell, il Pontefice si è spento alle 7:35 del Lunedì dell’Angelo.
Pasquetta di lacrime
Doveva essere una Pasquetta di festa e invece qualcuno farà notare che la proverbiale pioggia di questo periodo altro non è che lacrime, “lacrime di pioggia”, come direbbe Antonello Venditti.
Bergoglio era stato dimesso non troppo tempo fa dall’Ospedale Gemelli di Roma, dove era stato precedentemente ricoverato a causa di una polmonite bilaterale che ne aveva compromesso il quadro clinico.
Un Papa tra politica e spiritualità
Dalla politica allo sport, il mondo si ferma per ricordare uno dei Papi più amati e discussi al tempo stesso nella storia recente del Vaticano, dal suo scontro contro Salvini sui decreti sicurezza alle iconiche immagini di una San Pietro deserta durante la Pasqua di pochi anni fa, in pieno periodo Covid.
Un campionato che non sa ricordare
E se, in tutta franchezza, il rinvio delle sfide di Serie A appare un atto probabilmente forzato per un campionato che non riesce nemmeno a celebrare le sue voci più rappresentative (a proposito, per ironia della sorte, salta anche il primo Memorial Bruno Pizzul, in programma nella sfida di campionato di oggi fra Torino e Udinese), vero è che Papa Francesco rimarrà sempre un uomo che non ha mai nascosto la sua passione per il calcio, per il pallone.
San Lorenzo e le stelle del X Agosto
Papa Francesco infatti si è sempre detto grande tifoso del San Lorenzo e proprio fra le stelle del X Agosto i più credenti potranno ancora pensare di rivederlo in aria, sospeso fra quello che è stato e ciò che sarà, proprio come un ricordo che riappare un’ultima volta prima di scomparire. E di ricordi lo stesso Bergoglio ne ha condivisi tanti col mondo.
“Ricordo molto bene e con piacere quando, da bambino, con la mia famiglia andavamo allo stadio, El Gasómetro. Ho memoria, in modo particolare, del campionato del 1946, quello che il mio San Lorenzo vinse. Ricordo quelle giornate passate a vedere i calciatori giocare e la felicità di noi bambini quando tornavamo a casa: la gioia, la felicità sul volto, l’adrenalina nel sangue”.
Diceva nel 2021 ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
Il calcio come scuola di vita
Papa Francesco incassa il goal decisivo, ma non è una sconfitta e qualcuno già sottolinea il legame col periodo della Pasqua, tempo di resurrezione e speranza. Una scuola di vita, quella della fede, che Francesco vedeva anche nel mondo del calcio.
“Da piccolo mi piaceva il calcio, ma non ero tra i più bravi, anzi ero quello che in Argentina chiamano un ‘pata dura‘, letteralmente gamba dura. Per questo mi facevano sempre giocare in porta. Ma fare il portiere è stato per me una grande scuola di vita. Il portiere deve essere pronto a rispondere a pericoli che possono arrivare da ogni parte”.
Maradona, Pelé, Messi e quella Mano di Dio
E adesso chissà che non possa conoscere più da vicino quella “mano di Dio” che tutti abbiamo imparato a vedere nella mano di Maradona, anche se lui, nella stessa intervista, ricordava come fra lui e Messi, preferisse Pelé. Ma poco importa, perché parliamo comunque di tre poeti del pallone, di tre profeti, laici ovviamente, di un mondo che a volte parla troppo e a volte troppo poco. Un mondo che insegna e impara, prende e dona, un mondo che adesso per l’ultima volta si stringe nel ricordo del Papa tifoso che amò il popolo e il pallone.
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About the Author: Alessandro Tassinari
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4 Maggio 2025Alessandro Tassinari
Mi fa piacere leggere queste tue parole in favore del primo Papa umano, vicino al popolo, vicino alle idee di buon senso. Purtroppo è arrivato tra noi un pochino anziano, ma ha saputo fare la differenza in ogni occasione. Il Papà più sportivo che ci sia mai stato e per questo una grande persona. Un saluto a Francesco auspicando continuità nel prossimo pontefice.