È morto Papa Francesco: tra sacro e profano, il Papa del Popolo e del Pallone

È morto Papa Francesco: tra sacro e profano, il Papa del Popolo e del Pallone

di 21 Aprile 2025

L’annuncio e il giorno del dolore

L’annuncio è stato dato dal cardinale Farrell, il Pontefice si è spento alle 7:35 del Lunedì dell’Angelo.


Pasquetta di lacrime

Doveva essere una Pasquetta di festa e invece qualcuno farà notare che la proverbiale pioggia di questo periodo altro non è che lacrime, “lacrime di pioggia”, come direbbe Antonello Venditti.

Bergoglio era stato dimesso non troppo tempo fa dall’Ospedale Gemelli di Roma, dove era stato precedentemente ricoverato a causa di una polmonite bilaterale che ne aveva compromesso il quadro clinico.


Un Papa tra politica e spiritualità

Dalla politica allo sport, il mondo si ferma per ricordare uno dei Papi più amati e discussi al tempo stesso nella storia recente del Vaticano, dal suo scontro contro Salvini sui decreti sicurezza alle iconiche immagini di una San Pietro deserta durante la Pasqua di pochi anni fa, in pieno periodo Covid.


Un campionato che non sa ricordare

E se, in tutta franchezza, il rinvio delle sfide di Serie A appare un atto probabilmente forzato per un campionato che non riesce nemmeno a celebrare le sue voci più rappresentative (a proposito, per ironia della sorte, salta anche il primo Memorial Bruno Pizzul, in programma nella sfida di campionato di oggi fra Torino e Udinese), vero è che Papa Francesco rimarrà sempre un uomo che non ha mai nascosto la sua passione per il calcio, per il pallone.

È morto Papa Francesco: tra sacro e profano, il Papa del Popolo e del Pallone


San Lorenzo e le stelle del X Agosto

Papa Francesco infatti si è sempre detto grande tifoso del San Lorenzo e proprio fra le stelle del X Agosto i più credenti potranno ancora pensare di rivederlo in aria, sospeso fra quello che è stato e ciò che sarà, proprio come un ricordo che riappare un’ultima volta prima di scomparire. E di ricordi lo stesso Bergoglio ne ha condivisi tanti col mondo.

“Ricordo molto bene e con piacere quando, da bambino, con la mia famiglia andavamo allo stadio, El Gasómetro. Ho memoria, in modo particolare, del campionato del 1946, quello che il mio San Lorenzo vinse. Ricordo quelle giornate passate a vedere i calciatori giocare e la felicità di noi bambini quando tornavamo a casa: la gioia, la felicità sul volto, l’adrenalina nel sangue”.

Diceva nel 2021 ai microfoni della Gazzetta dello Sport.


Il calcio come scuola di vita

Papa Francesco incassa il goal decisivo, ma non è una sconfitta e qualcuno già sottolinea il legame col periodo della Pasqua, tempo di resurrezione e speranza. Una scuola di vita, quella della fede, che Francesco vedeva anche nel mondo del calcio.

“Da piccolo mi piaceva il calcio, ma non ero tra i più bravi, anzi ero quello che in Argentina chiamano un ‘pata dura‘, letteralmente gamba dura. Per questo mi facevano sempre giocare in porta. Ma fare il portiere è stato per me una grande scuola di vita. Il portiere deve essere pronto a rispondere a pericoli che possono arrivare da ogni parte”.


Maradona, Pelé, Messi e quella Mano di Dio

E adesso chissà che non possa conoscere più da vicino quella “mano di Dio” che tutti abbiamo imparato a vedere nella mano di Maradona, anche se lui, nella stessa intervista, ricordava come fra lui e Messi, preferisse Pelé. Ma poco importa, perché parliamo comunque di tre poeti del pallone, di tre profeti, laici ovviamente, di un mondo che a volte parla troppo e a volte troppo poco. Un mondo che insegna e impara, prende e dona, un mondo che adesso per l’ultima volta si stringe nel ricordo del Papa tifoso che amò il popolo e il pallone.

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

One Comment

  1. Fabio 21 Aprile 2025 at 12:45 - Reply

    Mi fa piacere leggere queste tue parole in favore del primo Papa umano, vicino al popolo, vicino alle idee di buon senso. Purtroppo è arrivato tra noi un pochino anziano, ma ha saputo fare la differenza in ogni occasione. Il Papà più sportivo che ci sia mai stato e per questo una grande persona. Un saluto a Francesco auspicando continuità nel prossimo pontefice.

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