Lettera ai Romanisti: il mio dolore dopo la finale di Europa League
Lettera ai Romanisti: il mio dolore dopo la finale di Europa League
Cari amici romanisti,
vi scrivo da Forlì (città passata recentemente alle cronache per i disastri causati dal “maltempo”, per usare un triste eufemismo) a distanza di qualche giorno dalla finale, perché prima non riuscivo neanche a parlarne, o non avevo il coraggio di farlo. Scrivo più che altro per condividere con voi fratelli (e sorelle) il mio personalissimo pensiero, che immagino sia un messaggio troppo lungo da leggere forse, ma volevo soltanto sentirmi parte della nostra bellissima famiglia.
Sono giovane (25 anni da compiere) ma ho già pianto tanto per la Roma (nel bene e nel male)… Nel cuore porto ancora l’impresa con mister Difra e l’amaro addio di Totti, poi la Conference dello scorso anno, ma anche Totti e ancora Totti, perché Roma è anche e soprattutto amore per i propri figli e “genitori”.
Per me Roma è passione, sogno da onorare, onore ed onere, promessa di eternità. Mi sono affacciato ai nostri colori da piccolo grazie al Pupone, con mio nonno juventino che mi ricordava sempre che “Totti è grande” (ovviamente per lui lo era anche la sua squadra del cuore, ma a me interessava solo Francesco), come grande fu la mia felicità da bambino nel vederlo fra i convocati del Mondiale 2006, nonostante tutto.
Penso che a Roma siamo abituati anche al “bel gioco” senza vincere (concetto che reputo estremamente vano senza successi, appunto) e quando giochiamo bene ultimamente non raccogliamo nemmeno quanto seminato (anche la finale stessa secondo me è stata una bella partita). Anche se, a livello di mentalità, qualcosa con Mourinho è certamente cambiato, altrimenti non staremmo qua a ragionare su cosa e come vincere in futuro.
Per molti sono solo sciocchezze, ma quando il tuo unico “svago” è lo sport momenti come questi fanno davvero male e sono difficili da accettare. Dopo tanti problemi ogni giorno speravo almeno in una “felice distrazione”, ma non era destino, per così dire…
Fare la conta degli episodi discutibili è impossibile. Di solito non commento gli arbitri, ma oggi davvero è stato scandaloso. E il colmo è il Var che interviene ai rigori… Che voglio dire… Se c’è un errore giusto che intervenga, ci mancherebbe, ma col senno di poi diventa un paradosso tragicomico e una presa in giro, vedendo tutta la partita..
Parlo da romanista e sono ovviamente di parte, ma non riesco nemmeno ad applaudire i ragazzi per quanto fatto, perché oggi davvero delusione e sensazione di essere stati derubati sono troppo forti…
Poi “da fuori” possono arrivare i classici commenti insulto, ma vabbè, ormai siamo abituati a gioire delle sconfitte altrui, piuttosto che dei nostri successi…
Anche se ormai noi giallo-rossi ci stiamo facendo l’abitudine, vivere esperienze simili da romanista è ancora “peggio” (o meglio), perché tutto viene amplificato in maniera incredibile, nel bene e nel male. La sconfitta è parte del gioco (chi meglio di noi ha imparato a capirlo ed accettarlo?), ma l’altra sera qualcosa a livello arbitrale credo non abbia funzionato ed è una brutta pubblicità per lo sport, a mio “mai modesto” parere… Daje Roma daje, ma oggi come ieri mi sveglio ferito (e con sempre meno fiducia nella “correttezza” e nella meritocrazia nel mondo dello sport)…
Poi non vuole e non deve essere tutto una scusa: certo, si doveva e poteva vincere anche con tutti contro (un esempio credo sia Roma 3-0 Barcellona, con l’arbitro che aspetta 40 anni prima di fischiare il nettissimo rigore per noi, oppure contro il Liverpool e altro), ma se ci si mette pure l’arbitro… Diventa doppiamente difficile e quel “potevate chiuderla voi prima” perde anche di efficacia, secondo me… Per quelli della “Siviglia League” si va al Var per togliere un presunto rigore che vede solo l’arbitro, ma per noi nemmeno un controllo. Per non parlare di Rakitic o Lamela, entrambi a segno ai rigori. Come detto, parlare di ogni episodio è impossibile .
Poi le senti tutte: che facciamo casino e mandiamo noi l’arbitro in confusione, che siamo tuffatori (alla Immobile), che Mou è solo un bollito, che siamo spreconi ecc, ma pure il Siviglia non mi pare si sia comportato chissà quanto meglio come sportività e simili.
Nonostante i nostri limiti e le nostre colpe (che rimangono assolutamente, così come i meriti), mi sento francamente derubato, perché una finale europea arbitrata così non è accettabile, anche perché poi giocare in simili “condizioni contrarie” per tutto il match ti complica molto la partita e fa diventare una corsa una maratona. Ripeto, fermo restando che le partite si possono (e si devono) vincere in ogni caso, contro tutto e tutti. Dico solo che, al di là del risultato (perché prima di Mou -detta in stile calendario tipo “avanti Cristo”- non ci saremmo, forse, scandalizzati allo stesso modo per una sconfitta), non credo sia accettabile quanto successo nel corso di tutta la gara. Non è per cercare scuse, le nostre colpe (ma pure i meriti) rimangono, ma qualcosa non ha palesemente funzionato.
Non ho nemmeno visto la “premiazione”, che nella buona o cattiva sorte considero sempre come una “tradizione”, un momento a cui non manco per la sua “aurea mistica”; questa volta mi è sembrato tutto troppo triste (e, in parte, “di cartone”).
Se potessi far arrivare un messaggio alla squadra, vorrei solo dire grazie, grazie per le emozioni che ci avete regalato, perché anche se adesso siamo tristi nessuno potrà mai toglierci la gioia del percorso, l’emozione della partita e l’ansia (buona) di chi le finali le gioca, senza curarsi di chi rimane a guardare (non sono mai stato di quelli che “godono” davvero nelle sconfitte altrui, per quanto uno sfottò sia anche accettabile e faccia parte del gioco).
Mi farebbe piacere incontrare, un giorno, il mister, che personalmente ho sempre ritenuto il migliore fra quelli che ho visto con i miei occhi (ma non solo) e che, al di là dei risultati raggiunti o che si raggiungeranno in futuro, penso rimanga il miglior allenatore della nostra storia. Punto. Poi abbiamo tanti bellissimi ricordi con diversi allenatori, ma José non si discute proprio.
Perdonate davvero queste tante parole, ma visto che ormai tutti raccontano tutto di ogni cosa, anche personale (fra lauree e altri scoop)… ecco questo mio “breve” messaggio.
Diffondiamo amore, non odio, perché non sappiamo mai cosa ci sia dietro alla singola persona, il suo vissuto, i suoi dolori. Mi sento di ringraziare i ragazzi e spero che questo messaggio aiuti anche me ad andare avanti. Per ora mi pare di essere in una specie di incubo dal quale vorrei uscire, ma senza riuscirci.
Non nascondo che gli ultimi anni (anche) per me sono stati abbastanza duri sotto molti punti di vista e ho passato momenti brutti cercando di nasconderlo a tutti, anche a me stesso. Almeno, in questi momenti, mi scopro ancora umano e capace di amare i nostri colori, di emozionarmi ancora come quando ero piccolo.
Non parlo a voce perché sicuramente mi verrebbe ancora la voce tremante ma col cuore grido forza Roma sempre, fino a perdere la voce e le parole.
Grazie per tutto e scusate “l’invasione di campo”.
Alessandro (AleTasso21)
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